Jack Sparrow eterno Peter Pantorna a solcare l’oceano

Seconda stella a destra... Jack Sparrow, il capitano Jack Sparrow è vivo e vegeto, giovane eternamente come Peter Pan, e ancora in cerca di una nave per riprendere il mare.

Ecco ritrovato al cinema l’ultimo eroe rimasto in circolazione, un tipo da fumetto certo, guascone e avventuriero, truccato come Tomas Milian e un po’ meno agile rispetto agli esordi, ma sempre in grado di affascinare “grandi e piccini” come si scriveva una volta e di attirare su di sé una produzione milionaria, ravvivata anche da un 3D di cui non si sentiva in effetti la mancanza.

Insomma Jack Sparrow è tornato a bordo di una meravigliosa nave ed è in cerca di una rotta per raggiungere la fonte della giovinezza. Questo il presupposto per dare vita alla nuova avventura dei Pirati dei Caraibi, saga costruita attorno allo sguardo magnetico di Johnny Depp che mischia di tutto un po’, generi cinematografici e letteratura d’avventura e che su questa scia ha trovato in questi anni la fortuna che ora cerca di replicare identica a se stessa in questa quarta puntata: Oltre i confini del mare (come recita il titolo), alla ricerca della fonte dell’eterna giovinezza, per chiudere un ideale cerchio con il modello uscito dalla penna di Matthew Barrie, con lo stesso Peter Pan. Pirati, tanto mare, spade, fuoco, duelli, zombie, avventurieri e spaventosi ma “innocui” cattivi: la ricetta resta quella, anzi con il tempo si è semplificata: il capitano Jack è la sintesi di tanti eroi-fumetto del grande schermo: bello, inaffidabile, spiritoso, comico. Se salta su un carro trainato dai cavalli è come se corresse sulla supercar di James Bond, se sfida a duello un avversario lo prende a pugni e lo irride come nei romanzi di cappa e spada, appena in tempo però per conquistare le grazie di una bella avventuriera perché il capitano Jack, con quel suo misto di goliardia e di infarinatura marinaresca, è fatto per i più piccoli, per piacere però ai grandi, come insegna la regola del “cartoon” Disney.

Rispetto alle prime puntate della saga sono cambiate poche cose, alcuni personaggi di contorno, non c’è più Keira Knightley, ma è entrata la più “corsara” Penelope Cruz, c’è ancora l’avversario-spalla Barbosa Geoffrey Rush, si è perso soprattutto il gusto della novità anche se dovrebbe restare il fascino degli spazi immensi dell’oceano. “Banalizzati” però dal 3D che deve essere inevitabilmente più chiassoso e kitsch. L’avventura della quarta puntata, come detto, porta il capitano Jack alla fonte della giovinezza, in gara con l’antico nemico Barbossa, l’intera marina inglese e il terribile pirata Barbanera. Una corsa sulla cresta delle onde e del vento, senza però più la Perla Nera andata perduta chissà su quale fondale marino, sostituita dall’oscura Queen Anne’s Revenge di Barbanera. È chiaro insomma da subito che l’illusione degli sceneggiatori di replicare all’infinito la magia della saga, spremendo ancora un po’ il soggetto e i personaggi, è destinata a rimanere tale: un’illusione appunto. Sparrow, il capitano Depp, ci mette tutto l’impegno possibile e i trucchetti conosciuti, ma davanti all’immensità dell’oceano è difficile bluffare. Si sa, il mare è il primo ad accorgersene, insieme al pubblico.

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