INCONTRI Viola Sella tra vita e sport: «Mi alleno con il sorriso»

La ginnasta è stata ospite della rassegna di Melegnano condotta da Andrea Grassani

Passione, determinazione e perseveranza. Tre caratteristiche fondamentali per Viola Sella, atleta nazionale della ginnastica ritmica che giovedì sera è stata ospite del Teatro la Corte dei Miracoli di Melegnano per parlare della sua vita da ginnasta in occasione della Rassegna dedicata allo sport. Moderata dal giornalista Andrea Grassani, al fianco di Viola anche l’atleta melegnanese Sofia Barbè Cornalba e la mamma, Daniela Vergani. Cerchio, palla, clavette e nastro, 4 specialità della ginnastica ritmica che ama allo stesso modo. Viola ripercorre davanti al pubblico l’emozione di gareggiare con la maglia dell’Italia e racconta l’emozione di partecipare agli Europei in squadra. Otto ore al giorno dedicate all’allenamento e molti sacrifici, Viola aveva soltanto 3 anni quando è salita per la prima volta in pedana e da allora non ha mai smesso. «La mattina vado ad allenarmi sempre con il sorriso, mi diverto molto con le mie compagne e ancora oggi continuo a farlo, entrare in palestra, allenarmi, migliorarmi ogni giorno è diventata la mia vita» racconta la ginnasta che è entrata a far parte del team Italia nella categoria Senior. Sedute in sala moltissime ginnaste della storica associazione “GM75” che hanno voluto conoscerla, parlare con lei e scattare una foto. Ad accompagnare Viola c’era anche la mamma, Daniela Vergani, che da sempre allena la figlia nella società milanese SGM “Forza e Coraggio”. Durante la serata oltre a conoscere la vita e i sacrifici di una giovane ginnasta sono stati affrontati diversi temi legati allo sport in Italia come la carenza delle infrastrutture e delle attrezzature come nel caso della ginnastica ritmica spesso a carico delle famiglie. «Purtroppo, in Italia sono poche le possibilità di percorrere una carriera professionale nello sport nonostante ci sono tantissimi talenti in grado di farlo» ha conclusi Sofia Barbè Cornalba - ci auguriamo che, a partire dalle scuole, si possa considerare lo sport come il futuro per i giovani e non soltanto come una parte della loro quotidianità». 

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