In cattedrale a Lodi rivive l’antico Serassi suonato dai giovani organisti

DOMENICA È stato portato a termine il restauro dello strumento datato 1835

Domenica 14 settembre dalle 10.25 alle 10.55 nella Cattedrale di Lodi sarà possibile ascoltare l’organo Serassi appena restaurato. Filippo Cipolla di Ospedaletto lodigiano suonerà musiche di Marcel Duprè, Roberto Bacchini, Georg Friedrich Händel. Cipolla accompagnerà poi il Coro nella Messa delle 11.

È il primo della serie di appuntamenti che quest’anno vedrà protagonisti giovani organisti insieme all’organo della Cattedrale. Ogni mese prima dell’inizio della Messa festiva delle 11 sarà possibile ascoltare come ogni giovane potrà far vivere lo strumento con la propria modalità, per poi accompagnare il Coro nella liturgia della domenica.

Un’idea di don Piero Panzetti, maestro della Cappella musicale della Cattedrale, dopo il completamento del restauro eseguito da Giani Casa d’Organi, di Cremona.

«Questo organo ha due secoli e funziona ancora alla perfezione – illustra don Panzetti -. L’intervento di restauro è terminato a giugno 2025. Si è trattato di andare a ricercare qualcosa di molto profondo. Ogni organo ha due caratteristiche principali. La prima è l’intonazione: significa dare alle canne l’anima, un carattere. Gli organi costruiti in Francia hanno un carattere, quelli in Inghilterra un altro, in Spagna un altro ancora. Nella stessa Italia ci sono differenze nelle aree geografiche. Generalmente, è il costruttore che imprime quest’anima. Restaurare l’organo della Cattedrale significava trovare l’anima che il costruttore gli aveva dato».

Dunque Giani Casa d’Organi è andato alla ricerca di quell’anima impressa all’organo della Cattedrale dai fratelli Serassi di Bergamo, nel 1837 (anche se la scritta sull’organo riporta il 1835). «Un lavoro metodico, competente, che è risalito fino ad incrociare quell’anima, e lo ha fatto per tutte e tremila le canne dell’organo. Per riportare lo strumento alla sua sonorità originaria», testimonia don Panzetti.

La seconda caratteristica: «L’accordatura. Le canne devono entrare in armonia». Nei sei mesi di lavoro l’organo è stato tutto smontato, sono stati riparati i mantici, le parti lignee, piccole parti meccaniche. E don Panzetti ha fatto anche da assistente all’organaro, digitando i tasti mentre il restauratore stava al livello superiore, quello delle canne.

Diversi i sopralluoghi della Sovrintendenza e della Commissione Cei deputata al restauro degli organi. Don Panzetti vi ha accompagnato anche la Cappella musicale della Cattedrale. «Quando il duomo era chiuso, andavamo a sentire i primi suoni che cominciavano a nascere», rivela.

Un restauro portato a termine grazie all’impegno dell’Ufficio diocesano per i beni culturali con il direttore don Flaminio Fonte e il supporto economico dell’Otto per Mille.

L’organo avrà presto la benedizione del vescovo monsignor Maurizio Malvestiti, in una data in via di definizione. Intanto si tiene il primo appuntamento domenicale. «L’intento è quello di invitare giovani organisti freschi di studi, da diverse città. Il restauro non è pura estetica, ma ha una ricaduta sulla celebrazione: significa curare lo spirito. Continueremo per tutto l’anno e sarebbe bello anche negli anni a venire».

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