Impressionisti a Milano

A Palazzo Reale le opere della Fondazione Clark

Milano. Robert Sterling Clark, erede della dinastia che creò le famosissime macchine da cucire Singer, e sua moglie Francine non furono dei collezionisti qualunque. Non facevano come i soliti miliardari americani che a metà del Novecento mandavano i loro consiglieri alle aste della Vecchia Europa per fare incetta di capolavori: filantropi, curiosi e a loro modo creativi, i coniugi Clark si trasferirono negli anni Dieci a Parigi proprio per annusare in prima persona lo spirito bohémienne della città. Veri appassionati d’arte, comprarono per la loro collezione privata non solo opere gettonate (come quelle di alcuni maestri rinascimentali), ma anche i (fino ad allora controversi) maestri francesi dell’Ottocento. Oggi quelle opere sono raccolte nel magnifico Sterling and Francine Clark Institute, a Williamstown, nel New England, che possiede circa ottomila pezzi d’arte rinascimentale e moderna. Il fiore all’occhiello della collezione Clark arriva da oggi e fino al 19 giugno a Palazzo Reale di Milano in una mostra organizzata in collaborazione con lo Sterling and Francine Clark Art Institute, Palazzo Reale e Arthemisia Group. Oltre settanta le opere che arrivano in città per la prima tappa di “Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark” (catalogo Skira), esposizione itinerante, curata da Richard Rand, che nei prossimi mesi andrà a Giverny e poi a Barcellona. “Con questa mostra – afferma Massimiliano Finazzer Flory, assessore alla Cultura del comune di Milano – Milano ribadisce ancora una volta come l’arte sia il terreno d’incontro e d’integrazione tra l’Europa e gli Stati Uniti, per un Occidente che vede negli Impressionisti e nelle loro opere uno specchio in cui si riflette la nostra identità”. “Palazzo Reale torna a ospitare dopo tanti anni una mostra sugli Impressionisti e in autunno vi sarà anche un’ampia monografica su Cezanne”, anticipa il sangiulianese Domenico Piraina, responsabile mostre del Comune di Milano.

In un percorso articolato in dieci sezioni (impressione, luce, natura, mare, città e campagna, viaggi, società, corpo, volti, piaceri) sono esposti a Milano capolavori come il “Tramonto” di Renoir, ma anche quadri precedenti e successivi alla stagione impressionista, a testimonianza della sensibilità dei Clark, capaci di carpire le sfumature di un movimento che, a fine dell’Ottocento, stravolse il concetto stesso di dipingere e il gusto dell’epoca. Oltre a 21 opere di Pierre-Auguste Renoir (l’artista più amato dai Clark), spiccano i quadri di Claude Monet (Oche nel ruscello), gli inconfondibili paesaggi di Pissarro (come L’Oise presso Pontoise), le classiche ballerine di Degas, i fiori di Manet ma anche opere di Gauguin o Toulouse-Lautrec, artisti interessati a sperimentare in modo del tutto originale l’esperienza impressionista. Tra i quadri più significativi, I collezionisti di stampe di Daumier, che pare quasi un omaggio alla passione per l’arte della coppia americana, capace di fondare nel 1955 un museo che oggi attrae 250 mila visitatori all’anno (in una cittadina di appena 8mila abitanti) e che svolge un’importante opera di ricerca e di alta formazione.

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