Il Volo-pensiero dal libro al film

Se fosse una canzone sarebbe quella del “ragazzo fortunato”, quella di quel tipo che «non c’è niente che ho bisogno». Perché Fabio Volo, quando lo vedi, quando lo ascolti, quando lo leggi anche, sembra proprio così: una specie di Re Mida fortunato, che sa benissimo di esserlo, e che trasforma in fortuna tutto ciò che tocca. Prima la radio, poi i libri, poi il cinema e, ora, il cinema dai suoi libri. Senza obbligare il dj bresciano agli scongiuri più plateali non è difficile prevedere infatti una buona sorte anche per Il giorno in più, il film tratto dal suo libro omonimo (il quarto della serie) diretto da Massimo Venier e interpretato dallo stesso Volo, con un quadruplo salto mortale autobiografico, in coppia con Isabella Ragonese.

Lui è Giacomo, single convinto per vocazione, quasi quarantenne di successo, che

basta a se stesso e solo a se stesso bada, fin quando non incontra lei, sul tram giallo 30 barrato, tutte le mattine, ogni giorno nel tragitto che lo porta al lavoro: pochi minuti per guardarla e provare a indovinare il suo lavoro, i suoi gusti, le abitudini e le manie. Per immaginarsi un mondo intero al suo fianco, ancora prima di averle rivolto la parola. Sarà lei, Michela (il nome Giacomo non l’aveva indovinato) a farlo, a parlargli per la prima volta. Un giorno, scendendo dal tram, e lo farà per dirgli che quella loro mattina resterà anche l’ultima perché sta per trasferirsi in America per lavoro. Colpo di fulmine, troncato sul nascere insomma, il massimo del massimo delle storie strappacuore, per un cinico come Giacomo, e figurarsi per un romantico come Volo…

Volo e Venier giocano a rifare Harry ti presento Sally, Prima dell’alba, un po’ di Forrest Gump, tutto mischiato insieme e cucito addosso a Fabio Volo, per restituire con le immagini il senso del libro (già di suo assai cinematografico,

come tutti quelli del dj-scrittore). Ovviamente il lavoro fatto è di sintesi e nella scrittura per il cinema (realizzata da regista e attore con Michele Pellegrini e Federica Pontremoli) si è sviluppata una nota ironica maggiore, rispetto a quella presente tra le pagine, una vena di commedia che evidentemente è nelle corde del regista Venier. Si sorride delle disavventure agrodolci di Giacomo, della sua perennemente instabile condizione sentimentale, dei suoi difetti, simpatici e sempre indolori. Soprattutto però ci si dovrebbe appassionare alla storia d’amore che attraversa i continenti e supera gli spazi, alla vicenda dei due innamorati che fingono distanza e si respingono, e continuano in realtà ad inseguirsi. Ma quello che nei libri, nella chiacchiera a ruota libera, in qualche modo funziona, sullo schermo fatica maledettamente.

Nel film, insomma, c’è tutto o quasi il Volo-pensiero condensato in poco meno di due ore di pellicola. C’è Milano, ci sono i film più amati, le canzoni, la sindrome di Peter Pan, le ragazze belle, bellissime, quelle di cui ti innamori a prima vista. Poi c’è New York, i viaggi, la Buik rossa con cui attraversare le strade al di là dell’oceano, i sogni da ragazzo di provincia, le scene romantiche e la lettura un po’ sconclusionata del mondo che sta nei suoi libri (sei, tutti di enorme, sorprendente successo), il “disordine creativo” che tutte le mattine restituisce dai microfoni di un network radiofonico. Il “mondo di Volo” insomma, apparentemente senza pena, ironico e mai preso troppo sul serio. Il mondo in cui «finisce bene», anche se nei libri, nei film migliori sembra che debba succedere sempre il contrario. Un mondo leggero e fortunato, appunto.

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Il giorno in più

regia Massimo Venier, con Fabio Volo, Isabella Ragonese, Pietro Ragusa, Stefania Sandrelli

PRIMA VISIONE - Se fosse una canzone sarebbe quella del “ragazzo fortunato”, quella di quel tipo che «non c’è niente che ho bisogno». Perché Fabio Volo, quando lo vedi, quando...

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