
Se fosse una canzone sarebbe quella del “ragazzo fortunato”, quella di quel tipo che «non c’è niente che ho bisogno». Perché Fabio Volo, quando lo vedi, quando lo ascolti, quando lo leggi anche, sembra proprio così: una specie di Re Mida fortunato, che sa benissimo di esserlo, e che trasforma in fortuna tutto ciò che tocca. Prima la radio, poi i libri, poi il cinema e, ora, il cinema dai suoi libri. Senza obbligare il dj bresciano agli scongiuri più plateali non è difficile prevedere infatti una buona sorte anche per Il giorno in più, il film tratto dal suo libro omonimo (il quarto della serie) diretto da Massimo Venier e interpretato dallo stesso Volo, con un quadruplo salto mortale autobiografico, in coppia con Isabella Ragonese.
Lui è Giacomo, single convinto per vocazione, quasi quarantenne di successo, che
Volo e Venier giocano a rifare Harry ti presento Sally, Prima dell’alba, un po’ di Forrest Gump, tutto mischiato insieme e cucito addosso a Fabio Volo, per restituire con le immagini il senso del libro (già di suo assai cinematografico,
Nel film, insomma, c’è tutto o quasi il Volo-pensiero condensato in poco meno di due ore di pellicola. C’è Milano, ci sono i film più amati, le canzoni, la sindrome di Peter Pan, le ragazze belle, bellissime, quelle di cui ti innamori a prima vista. Poi c’è New York, i viaggi, la Buik rossa con cui attraversare le strade al di là dell’oceano, i sogni da ragazzo di provincia, le scene romantiche e la lettura un po’ sconclusionata del mondo che sta nei suoi libri (sei, tutti di enorme, sorprendente successo), il “disordine creativo” che tutte le mattine restituisce dai microfoni di un network radiofonico. Il “mondo di Volo” insomma, apparentemente senza pena, ironico e mai preso troppo sul serio. Il mondo in cui «finisce bene», anche se nei libri, nei film migliori sembra che debba succedere sempre il contrario. Un mondo leggero e fortunato, appunto.
_____________________________________________________
Il giorno in più
regia Massimo Venier, con Fabio Volo, Isabella Ragonese, Pietro Ragusa, Stefania Sandrelli
PRIMA VISIONE - Se fosse una canzone sarebbe quella del “ragazzo fortunato”, quella di quel tipo che «non c’è niente che ho bisogno». Perché Fabio Volo, quando lo vedi, quando...
© RIPRODUZIONE RISERVATA