Il volo di Paki “approda” a Peschiera

È stato uno dei protagonisti negli anni d’oro della musica italiana. Con la sua band I nuovi angeli, Pasquale Canzi, cantante e virtuoso pianista, ha inciso brani che resteranno incastonati indelebilmente nel patrimonio beat del nostro Paese. E adesso, tra una performance e l’altra, ha scelto di dimorare a Peschiera Borromeo.

Un cittadino dunque illustre nel Sudmilano che vanta nel suo curriculum di artista innumerevoli successi. La sua storia comincia in una Milano ancora segnata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Correva l’anno 1947. Appena nato gli venne affibbiato l’epiteto di “Paki”, che si porterà dietro nel corso del tempo e con cui ai più è conosciuto. Solo tre anni più tardi, nel 1950, la musica fece capolino nella sua vita: il piccolo Paki iniziò a far confidenza con il pianoforte verticale di casa, riproducendo le sonorità udite alla radio.

Dalle sue minute mani trasudava talento, innato, avvisaglia per un potenziale musicista del domani. All’età di sei anni, allora, i genitori lo spedirono al Conservatorio di Milano, dove diede sfogo alle sue capacità. Ma Pasquale Canzi, la musica ce l’aveva proprio nel sangue e anche le altre persone non potevano non notarlo: così nel 1960 arrivò il primo ingaggio. Poco più che 13enne venne reclutato in un circolo di Rozzano, per accompagnare musicalmente la festa per l’arrivo dell’anno nuovo. Da lì in poi iniziò a lavorare nei dancing durante i week-end, per contribuire all’economia familiare.

La svolta però avvenne con il capitolo Paki & Paki. «Frequentavo le superiori - racconta - e un bel giorno io e un mio compagno di classe decidemmo di marinare la scuola per partecipare a un concorso. Andò bene: ad entrambi venne offerto il primo contratto discografico». In quella circostanza nacque la coppia Paki & Paki, che era costantemente impegnata a dare il “ritmo” nei locali milanesi. Per far ciò nella giusta maniera, sorse l’esigenza di trovare un gruppo che accompagnasse i live dei due giovani. Così al duo si aggiunsero altri musicisti per la formazione Paki & Paki e i nuovi angeli. E via a far cantare e ballare tutto il popolo meneghino. Almeno finché il suo compagno di classe non decise di mollare per rincorrere un amore. La sua defezione comportò una modifica del nome che divenne I nuovi angeli. E finalmente tutto fu pronto per sbarcare il lunario con la musica. Non tardarono ad arrivare i primi successi con le cover di brani esteri. La fama cominciò ad investirli mentre le loro canzoni scalavano la hit-parade. Ma il gruppo voleva di più: smettere di riproporre le composizioni degli artisti stranieri. «Giungemmo perciò a un bivio - ricorda -: scegliere se incidere il Ballo di Simone o imboccare un percorso tutto italiano con Color Cioccolata». I nuovi angeli optarono per la seconda scelta. Per loro i pezzi dovevano essere partoriti nel Belpaese e, casomai, in un secondo tempo, essere diffusi fuori dai confini italiani. Ciò comunque non escluse l’influenza delle tendenze straniere del tempo.

«Sicuramente i Beatles hanno contato molto. Anche perché sono stati loro la vera rivoluzione, a differenza dei Rolling Stones, la cui musica non mi ha mai emozionato. Erano solo rumoristi». I nuovi angeli invece curavano la melodia, con note aggraziate, che lì portarono all’apice del successo con Donna Felicità. «Fu Renato Pareti a proporre alla Durium questa canzone - prosegue Cazni -. Di fronte ai discografici diedi un giudizio piuttosto tiepido perché con loro ero in rotta». In separata sede, però, “braccò” la canzone e la presentò alla Car Juke Box. La storia vuole che l’etichetta discografica a cui era appena approdato pubblicò Donna Felicità che, con il testo scritto da Roberto Vecchioni, raggiunse l’apice della popolarità. Un evergreen. Seguirono molte altre incisioni come Anna da Dimenticare, i cui testi vennero scritti da Paolo Limiti e le musiche sempre di Renato Pareti. Oppure Singapore. A quest’ultima canzone è legata una vicenda particolare. «Ci recammo a Singapore per “Tv Sorrisi e Canzoni” assieme ai Bee Gees (della stessa casa discografica nda). Alla dogana dell’aeroporto ci fermarono e ci imposero di tagliare i capelli per questioni igieniche. Non ci pensammo su due volte e tornammo indietro». I nuovi angeli cavalcarono la scena finché non uscirono dal circuito principale. Tuttavia, Pasquale Canzi non ha smesso i panni dell’artista, e continua così, con la sua entusiasmante vita “da zingaro”, a vivere di emozioni e cercare di farle arrivare. Anche perché, citando Friedrich Nietzsche: «Senza la musica la vita sarebbe un errore».

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