Il violino di Tedesi per Ramazzotti

C’è un po’ di Lodigiano fra le note dell’ultimo album di Eros Ramazzotti. Dietro al successo del cd Noi del notissimo cantautore italiano c’è Serafino Tedesi di Somaglia, che ha formato l’orchestra per il nuovo cd e ha suonato in prima persona per l’album. Con il suo violino, insieme ad altri artisti di successo, Tedesi è riuscito ancora una volta a trasformare gli archi in strumenti pop-rock. Un’arte di certo non nuova per il violinista che nel suo bagaglio di esperienze vanta collaborazioni con cantanti di fama mondiale. A cui si aggiunge ora Eros. «Ho suonato come primo violino per il cd di Ramazzotti - ha spiegato Tedesi - ma soprattutto ho organizzato io l’orchestra che lo ha registrato. Ho selezionato i musicisti che ho ritenuto di valore e adatti - continua - e il 4 luglio scorso abbiamo registrato». «È un lavoro che mi ha dato molta soddisfazione - racconta - e in modo particolare per quanto riguarda l’organizzazione dell’orchestra: spesso infatti la musica viene data in mano a non musicisti, a soggetti terzi, incaricati di reperire artisti, invece i musicisti non devono solo suonare ma devono anche avere un ruolo organizzativo, proprio perché se ne intendono ma è un ragionamento che ancora si comprende poco purtroppo». Lavorare con un team professionale come quello di Ramazzotti è stato per Serafino un onore e anche un piacere. «L’equipe di Eros, il produttore e co-autore Luca Chiaravalli e l’arrangiatore Massimo Zanotti mi hanno scelto credendo nel mio lavoro, - continua Tedesi - e sono molto onorato se si pensa che Ramazzotti ha inciso gli ultimi dischi con la London Philarmonic Orchestra».

Le sue collaborazioni di successo non hanno allontanato Serafino dal suo Lodigiano, dove anni fa ha collaborato anche con la storica Radio Casale Popolare. Originario di Somaglia, Tedesi, 44 anni, vive a Casalpusterlengo con sua moglie e le due figlie.

Proprio in un bar del centro, a Casale, di fronte a un caffè, Serafino si è tolto la giacca, ha allentato la sciarpa, cominciando a raccontarsi con semplicità e senza nessun cenno di vanto, perché lui non ama fare «la prima donna» ma il «primo violino». «In un gruppo il primo violino è quello che deve essere capace di creare un modo di suonare - spiega -, di creare lo stile ma senza mai prevaricare gli altri o ritenersi il migliore. È 24 anni che faccio questo lavoro, mi sono diplomato al conservatorio Nicolini di Piacenza e ho vinto una borsa di studio presso il Conservatorio di Parigi per un corso di perfezionamento biennale con il quartetto Ysaie». «Subito dopo ho cominciato collaborazioni con diverse orchestre nazionali, in alcuni casi come primo violino: per esempio per la Brixia Orchestra e per l’Orchestra Filarmonica Italiana. Nel 2001 ho fondato il quartetto d’archi Archimia composto dal piacentino Paolo Costanzo (violino), Matteo Del Soldà (viola) e Andrea Anzalone (violoncello) di Milano - continua -. Il quartetto nasce dal desiderio di dare libero corso alla passione per la musica, alla creatività per cui noi scriviamo e arrangiamo musiche, arrivando a fare rock, pop, jazz con gli archi». Un quartetto che in questi anni ha lavorato con artisti del calibro di Roberto Vecchioni, Irene Fornaciari, Zucchero e Stef Burns (chitarrista di Vasco Rossi) e ha ancora talento da incidere.

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