Il sogno letterario di Monique con la Rizzoli

Il primo romanzo lo ha scritto a 9 anni. «Chiamarlo romanzo mi pare troppo: a leggerlo adesso sembra una storia senza capo né coda, ma era il frutto della fantasia di una bambina che ama scrivere sopra ogni altra cosa». Mentre chiacchieri con Monica Scisci, 32 anni, peschierese, di casa a San Bovio dove vive con il marito, e con un passato di studi allo Iulm di Milano, capisci subito che le parole vanno sempre soppesate. Monica Scisci è precisa nella scelta del lessico, quando scrive e quando parla. Discutiamo di una bella novità che la riguarda: da pochissimi giorni Rizzoli ha pubblicato in formato digital Se un giorno ci rincontreremo¸ il suo ultimo romanzo. Subito corregge: «Direi che la forma è quella di una novella. Sono 84 pagine. La lunghezza è parte di questo progetto innovativo ideato dalla casa editrice». Parliamo così di “Youfeel”, una nuova collana on line che Rizzoli ha lanciato sul web. L’idea è quella di catturare un segmento importante di mercato: giovani lettori abituati ai supporti digitali, come e-reader o tablet, e interessati a storie non troppo impegnative per numero di pagine. L’attenzione è tutta sui sentimenti. “Youfeel” (“ti senti...”) vuole entrare in sintonia con lo stato d’animo del lettore e per questo Monica ha intessuto, in una bella trama e con una scrittura scorrevole e mai scontata, la storia di Alessandra, una ragazza in fuga da un amore finito male. Tra i paesaggi incantevoli della Scozia conosce Carl, un giovane pianista che sbarca il lunario con fatica. È colpo di fulmine, ma l’amore non può realizzarsi se prima non si chiudono i conti col passato. Monica, questa è una storia d’amore molto malinconica, quasi struggente. È autobiografica o pura fantasia? «Questa novella è frutto di un sogno. Può apparire strano ma è andata davvero così: tempo fa mi sono svegliata e ho ricordato a grandi linee una storia d’amore molto simile. L’ho subito messa per iscritto. Quando Rizzoli mi ha contattata per un’ipotesi di progetto, ho riveduto, modificato e corretto il testo». Il genere è puro romance: molto diverso dalle pubblicazioni precedenti. «Vero. Ho già pubblicato un romanzo sul genere urban fantasy dal titolo L’ampolla scarlatta e anche il suo seguito Il segreto dell’Ordine per una piccola casa editrice padovana, la Ciesse edizioni, ma non amo circoscrivere la mia scrittura a una questione di genere letterario. Ciò che conta è la storia che vuoi narrare». Nei precedenti romanzi e anche nel progetto Rizzoli la sua firma è Monique Scisci: perché? «Due i motivi. Prima di tutto, all’epoca delle pubblicazioni fantasy. un “nome-de-plume” straniero era utile per richiamare l’attenzione del pubblico. Ma c’è anche un motivo più personale: molti amici mi chiamano Monique anziché Monica e amo il suono francese del nome. Direi che è stata una scelta molto naturale». Quanto tempo dedica ogni giorno alla scrittura? «Il più possibile. Cerco di lavorare almeno due o tre ore al mattino e poi spesso riprendo dopo cena. Ammetto che il progetto di Rizzoli è ambizioso e importante e un po’ di pressione per il successo si avverte». Progetti futuri? «Vivere di scrittura»

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