Il sacro incontra l’arte, mostra a Lodi

Il sacro e l’artigianalità, la fede e le motivazioni, il manufatto e il laboratorio, la mano e la mente: la mostra “Artigianato e Fede” a cura di Gabriele Radice che il Vescovo di Lodi, monsignor Giuseppe Merisi ha inaugurato venerdì all’ex-chiesa dell’Angelo (presenti il sindaco di Lodi Lorenzo Guerrini, il prefetto Pasquale Gioffrè, l’assessore comunale Vittorio Codeluppi, l’assessore provinciale Cristiano De Vecchi, il presidente provinciale di Confartigianato imprese Massimo Forlani, e il segretario generale Vittorio Boselli, i curatori lodigiani Claudio Bianchessi e Giorgio Salvarani), conferma come nella produzione artistica dell’uomo sia possibile distinguere un bello diverso da quello che tradizionalmente tiene insieme arte, letteratura, poesia e musica. Una bellezza altrettanto nobile, profonda, non superficiale, che lega l’oggetto prodotto da mani esperte al rito, alla funzione, al “mistero”, frutto anch’essa dell’incontro tra la materia l’abilità e la sensibilità, in cui si incontrano e intrecciano iconismo, autenticità, innovazione, cultura e intensità religiosa.

Con tutte le distinzioni e diversificazioni del caso (di stile, tecnica, concretezza, materiale, metafora, illustrazione empatica) che in “Artigianato e Fede” si raccolgono, la serie di calici, pissidi e patene donata al Papa in occasione della sua visita a Milano, cancella il luogo comune che pretende di distinguere l’artigiano dall’artista, col fatto che il primo non baderebbe propriamente all’arte né alla fede, ma a “produrre“ l’articolo religioso da immettere sul mercato.

In maniera abbastanza convincente i lavori esposti all’ex chiesa dell’Angelo presentano l’opposto: esplorano da vicino le abilità tecniche e stilistiche (molti quelli che accettano il design, gli influssi estetici del Novecento e della Contemporaneità, che li semplificano, li umanizzano, li rendono capaci di linguaggio simbolico attuale), ma nella maggior parte di essi è possibile anche avvertire un tocco di “mistero”. Sono il risultato di una particolare sensibilità estetica e di un’individuale intima percettibilità religiosa con cui gli autori danno manifestazione non solo di idoneità espressiva, ma di fede. “Artigianato e Fede” è insomma una mostra che si distingue dalle tante che gli artigiani realizzano a documentazione della loro abilità e della loro faticata perfezione nel lavoro.C’è senz’altro in essa abilità, fantasia, innovazione individuali, ma c’è pure la decisa fierezza religiosa degli artigiani del sacro.

Il culto cattolico si serve di moltissime cose che la Costituzione conciliare sulla Sacra Liturgia reclama. Calici, pissidi e patene hanno un significato centrale, sono quelle che richiamano maggiore intensità, attenzione e gloria. E certamente sono tra quelle che meglio permeano la rivisitazione dei canoni estetici tradizionali, salvaguardando con pragmatismo la relazione con la funzione dell’oggetto di culto. Sono oggetti sacri che, da un lato, proteggono l’impressione interiore, dall’altro, riflettono e corrispondono a esigenze di abilità, innovazione e ricerca. In particolare, in essi si può leggere il valore dell’esperienza intesa come mestiere, che rifiuta i rischi e gli eccessi della soggettività, del soffermarsi sul mero processo del sentire individuale, e la sottolineatura del ruolo positivo e aperto che esiste nell’attività di modellare, forgiare, plasmare oggetti destinati a varcare la mera soglia di valenze espressive per accogliere il nesso con la densità simbolica della funzione liturgica.

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Artigianato e fede

Chiesa dell’Angelo, in via Fanfulla 22, Lodi. Orari; dal lunedì al venerdì 15.30-18, sabato e domenica 9-12 e 15.30-19 (fino al 24 ottobre)

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