Il ritorno di Saetta McQueen

Premessa: è difficile uscire da un film della Pixar delusi o annoiati. Probabilmente impossibile. “Regola” che puntualmente si rispetta anche questa volta, davanti a Cars 2 che, diciamolo subito, non è uno dei migliori prodotti usciti da casa-Lassater, per intenderci uno di quelli destinati a rivoluzionare l’animazione.

Ben lontano anche dal suo predecessore, il secondo episodio delle avventure di Saetta McQueen, è un sequel “classico” che utilizza i personaggi che gli spettatori hanno imparato ad amare in un primo film immergendoli in un’avventura che sposta il genere e modifica i canoni del racconto. Ecco allora che Cars 2 diventa una spy story in piena regola, con l’esercito delle macchinine impegnate in un intrigo internazionale, che si dipana citando a piene mani le trovate e le atmosfere di uno 007. Meno adatto ai bambini probabilmente, però anche meno affascinante per i grandi, che non ci trovano tutto il talento creativo del primo episodio e le citazioni che permettevano di umanizzare le automobili, rendendole irresistibili.

La doppia traccia che il film segue si dipana seguendo da una parte l’avventura di Finn McMissile, agente speciale coinvolto in un’indagine di spionaggio, e dall’altra il tradizionale mondo delle corse, che avrà anche una parentesi italiana importante che non potrà non piacere al pubblico tricolore. In Italia infatti si dovrà svolgere uno dei tre Gran Premi organizzati da un ricco petroliere per dimostrare l’efficacia delle sue ricerche su un carburante alternativo… E proprio questo sarà il motivo che darà vita al complotto internazionale che coinvolgerà le macchinine parlanti.

Per i lettori degli albi di “Topolino” sembra facile riconoscere uno “stile” Disney: in quelle avventure un format simile ci sarebbe stato a pennello. L’indagine poliziesca, condita di riferimenti cinematografici e di richiami alla realtà è nata proprio sulle pagine di quei fumetti, e al cinema ha trovato (anche grazie al gruppo di Lassater) una codificazione e una consacrazione.

Poi, oltre a una colorata ricetta per bambini, i film della Pixar sono come sempre molto altro: imponente è ad esempio la “macchina” della produzione che coinvolge in ogni Paese doppiatori affermati, pescati con importanti riferimenti al tema trattato. In questo caso il mondo delle corse ha richiamato in Italia la voce di Alex Zanardi e dei commentatori Rai della Formula Uno, mentre nella versione americana Cars 2 omaggia la memoria di Paul Newman abbandonando il personaggio di Doc Hudson a cui dava la voce il grande attore scomparso. La regionalizzazione degli accenti e dei dialetti è un’altra delle caratteristiche che distinguono i film Pizxar, e in questo episodio la macchina da Formula 1 italiana di Francesco Bernoulli ha l’inflessione napoletana di Alessandro Siani.

Insomma la “formula” resta la stessa, per un sequel che perde ovviamente l’effetto sorpresa dell’originale. Un campanello d’allarme per Lassater e soci che, come gli sceneggiatori Usa dei film per “grandi” in crisi di idee conclamata, stanno forse spingendo troppo sui “seguiti” (i bellissimi Toy Story e Shrek sono all’ennesima puntata mentre già è annunciato per la stagione prossima Monster & Co…). La “regola” di casa Pixar è rispettata anche per Cars 2, impossibile annoiarsi, ma si sa che gli spettatori più piccoli sono anche i più esigenti e quindi non si accontentano facilmente: non ridono due volte per la stessa trovata se non gli si regala qualcosa di nuovo e di originale ogni volta.

PRIMA VISIONE - Premessa: è difficile uscire da un film della Pixar delusi o annoiati. Probabilmente impossibile. “Regola” che puntualmente si rispetta anche questa volta, davanti a Cars 2

© RIPRODUZIONE RISERVATA