Il primo viaggio dell’Hobbit

Sarà un lungo viaggio. Lungo e pieno di insidie. E come tutti i viaggi, arrivato al termine, tu non sarai più lo stesso.

Così è iniziato dunque il cammino di Bilbo Baggins nel cuore della Terra di Mezzo, così sono iniziate le sue avventure, nel mondo creato da Tolkien con il suo romanzo “per ragazzi” che ha conquistato milioni di lettori. Diventati poi spettatori da quando Peter Jackson ha portato sullo schermo le medesime, raccolte nella “trilogia dell’Anello”. Con “Lo hobbit. Un viaggio inaspettato” arriva quindi al cinema l’antefatto: un salto indietro nel tempo, all’inizio della saga, sessant’anni prima di quanto raccontato nella trilogia. Per mettere in scena la “costruzione” dell’intera storia, partendo dal libro da cui tutto è iniziato Jackson realizza un progetto “monstre”, che si comporrà di tre pellicole, girate contemporaneamente, che hanno uscite già programmate: dopo questo primo episodio, che racconta una “minima” parte del romanzo, arriveranno “La desolazione di Smaug” e l’ultimo “Lo Hobbit: andata e ritorno”.

In questo film si incontrano quindi da subito alcune delle figure più importanti della saga, a partire da Bilbo Baggins e arrivando a Gandalf il Grigio. E fa il suo ingresso in scena Gollum che per la prima volta mostrerà l’Anello e il suo straordinario potere. Innanzitutto qui però si forma la prima “compagnia”, quella dei nani, che partirà sotto la guida di Thorin per riconquistare il regno di Erebor, la prima delle avventure create da Tolkien. Insomma l’inizio della saga che poi approderà alla trilogia. Jackson in questa pellicola procede in maniera classica: fa precedere l’inizio dell’avventura da un lungo prologo in cui presenta i personaggi, in particolare l’esercito dei 12 nani. Il loro arrivo nella casa di Bilbo, all’inizio del film, connota in maniera precisa quello che sarà tutto il racconto, con una caratterizzazione dei personaggi secondo una chiave più comica rispetto al passato, cifra che si ritroverà più avanti anche nei corpulenti Troll o nel mago Radagast. Questo primo episodio è certo meno oscuro rispetto al resto della saga fin qui vista al cinema, non è ancora dominato in ogni scena dal conflitto tra il bene e io male, non ha il respiro epico della trilogia, ma semplicemente perché il romanzo su cui si basa ancora non ha quelle caratteristiche narrative. Come il resto dell’opera di Tolkien è una storia “per ragazzi” che parla a un pubblico adulto, sviluppa un percorso di formazione che attraverso la crescita dei personaggi sullo schermo accompagna quella dello spettatore.

Il “viaggio inaspettato” che qui Bilbo inizia condurrà fino alle avventure che conosciamo, e in questo episodio se ne avrà un piccolo assaggio: scontri tra orchi e draghi, l’incontro con gli Elfi, combattimenti e lunghe sequenze mozzafiato sulla Terra di Mezzo, ricostruita in Nuova Zelanda.

Una gioia per gli occhi, questo forse sì. Meno per il cuore. La tecnica è ineccepibile, ma non c’è sorpresa in questo. La scelta di girare in 48 fotogrammi (invece dei tradizionali 24) crea un effetto visivo notevole, di grande “realismo”, in contrasto anche con la materia fantastica. Ma da sola non basta, perché non è da questo punto di vista che Jackson può stupire lo spettatore. Anzi alla lunga l’effetto velocità che crea può anche spiazzare lo sguardo, cancellando la grana cinematografica e togliendo una parte di magia alle immagini. E anche il 3D per lunghi tratti non appare proprio necessario. Difficile infine giustificare la dilatazione del racconto nelle oltre tre ore di film, se con le stesse ragioni commerciali che hanno preteso di trarre tre distinti episodi dal romanzo. Ma questo è solo l’inizio del viaggio e c’è ancora molta strada da fare prima di arrivare alla “compagnia dell’anello”.

PRIMA VISIONE - Sarà un lungo viaggio. Lungo e pieno di insidie. E come tutti i viaggi, arrivato al termine, tu non sarai più lo stesso. Così è iniziato dunque il cammino di Bilbo Baggins nel cuore della Terra di Mezzo...

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