«Il mio cd più intimo»il nuovo Van De Sfroossi svela su Radio Lodi

Lo ha definito il disco «del coraggio», la prima raccolta in cui Davide Van De Sfroos, il menestrello laghée, parla di sé direttamente dopo aver cercato per anni stralci di umanità nelle vicende degli altri. Nelle canzoni di Yanez, album appena uscito che riprende il titolo del brano giunto quarto all’ultimo Festival di Sanremo, si avvertono infatti diversi cenni autobiografici: non più solo personaggi sospesi tra mito e realtà che avevano animato Pica! (il disco uscito nel 2008), ma anche confessioni, dediche e ritratti più personali. «È un album romantico, non da San Valentino, ma che parla di amore vero, viscerale, e che mette a nudo questa mia latitudine tenuta finora un po’ in disparte. È uno dei dischi più introspettivi della mia produzione: ho voluto raccontare storie che da tempo conservavo in qualche angolo». Così il cantautore di Mezzegra, paese che lambisce il lago di Como, si è confessato a Maurizio Vimercati di Radio Lodi: l’intervista completa sarà trasmessa domani alle ore 17.18 e in replica venerdì 1° aprile alle 8.18 sulle frequenze dell’emittente cittadina (100.5 e 89.0) all’interno della rubrica di approfondimento “Lodi in linea”.

Van De Sfroos al microfono di Maurizio Vimercati

Van De Sfroos, al secolo Davide Bernasconi, ha parlato anche della sua partecipazione al Festival di Sanremo, kermesse che gli ha permesso di far conoscere il dialetto tremezzino a tutta Italia: «Mazzi e Morandi sono venuti direttamente a casa mia per convincermi - racconta nell’intervista a Vimercati -. Inizialmente mi sono fatto un sacco di paranoie stupide, ma poi ho accettato. E penso di aver fatto la cosa giusta: Sanremo è un mondo molto distante dal mio, però mi sono trovato bene e soprattutto mi ha permesso di farmi conoscere al pubblico di tutta Italia». Un ritorno mediatico che ha già dato i suoi frutti con i primi «sold out» registrati durante il tour «Yanez 2011», partito sabato scorso da Locarno, in Svizzera, e che il prossimo 20 aprile farà tappa anche al prestigioso Ponchielli di Cremona. I concerti si terranno in diversi teatri della Penisola (previste date anche in Calabria e Sicilia); in scaletta tutti i brani dell’ultimo disco e le canzoni storiche del repertorio di Van de Sfroos. Il pubblico sarà così trasportato tra storie lacustri e vicende di personaggi balzani, ma anche nella vita del cantautore: la stessa Yanez, in apparenza una sorta di mariachi allegro, è una canzone autobiografica perché il personaggio citato è il padre Tiziano (soprannominato «Tizianez»), scomparso nel 2008. Un altro brano particolarmente intenso e a cui Van de Sfroos è molto legato è Dona Lüseerta, ballata dedicata a una figura femminile, una canzone ai confini del mondo, dove le immagini si susseguono come «polaroid cun soe un facia che s’è sculurida», perché solo il dialetto è in grado di restituire certe suggestioni tra il lago di Como e il west.

Fabio Ravera

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