«Il mio Arlecchino, arrabbiato e sempre nuovo»

Due “signor” Rossi a confronto. Paolo, l’attore, il comico, l’autore, e Carlo, nel senso del pubblico del teatro di piazza del Popolo di Casale, che porta il nome di Carlo Rossi e che stasera accoglierà l’Arlecchino di Paolo.

Cosa succederà? «Dipende - scherza lui, intervistato in anteprima dal “Cittadino” - dall’umore che abbiamo noi e da quello del pubblico. Perché lo spettacolo è al 50 per cento improvvisazione».

E il suo com’è? «Io sono incazzato perché se uno vuole stare davvero dalla parte dei lavoratori, allora deve prendere altre vie e, se proprio devo dirla tutta, mi hanno anche bloccato la scenografia. Va riformato tutto, ma io dalla Leopolda non ci passo eh..».

Paolo Rossi, al telefono, parla a ruota libera, velocemente, tra una prova e l’altra di uno spettacolo che nasce da un suggerimento che gli arrivò direttamente da un maestro come Giorgio Strehler, con cui ha collaborato negli ultimi anni della sua vita.

Uno spettacolo influenzato dal romanzo di Heinrich Böll Opinioni di un Arlecchino, che è anche un fatto personale. «Giorgio Strehler mi disse che potevo indossare la maschera di Arlecchino e riarrangiare i miei pezzi secondo l’arte della commedia popolare» racconta lui, che quel suggerimento l’ha sposato nello spettacolo prodotto da Centro ricerche teatrali di Milano. La data di Casale, che apre la stagione di prosa del Carlo Rossi, è anche tra le prime che porta in scena, «e questo ha vantaggi e svantaggi per il pubblico - spiega l’attore - : il segno meno è per il fatto che lo spettacolo non è ancora perfetto, e il più è legato al fatto che, chi viene oggi, partecipa all’atto creativo, sempre che funzioni».

Con saltimbanchi e musicisti, l’Arlecchino di Paolo Rossi è maschera e personaggio stesso, oltre che tentativo di immaginare un nuovo modo di vivere il mestiere e l’arte stessa. Il canovaccio avrà come tormentone il gioco del “se”, provando a immaginare un Arlecchino di volta in volta diverso, a seconda dell’ambiente. Ergo, se andassimo in una birreria di Amburgo, a Las Vegas, a Khartoum, come potremmo adeguare Arlecchino a quel luogo? E se invece l’Arlecchino sbarcasse in Parlamento, alle prese con la nostra classe dirigente, chiediamo noi? «Non ce lo farei neanche entrare in Parlamento» replica pronto lui, preparando il furbesco personaggio della commedia dell’arte al confronto con il pubblico di Casale, «perché arte e melodramma sono la stessa cosa oggi».

L’attore e comico milanese approda stasera sul palco del teatro “Carlo Rossi“ di Casale con la sua ri-lettura della storica maschera della commedia dell’arte. Rossella Mungiello l’ha sentito per «il Cittadino»

© RIPRODUZIONE RISERVATA