Il maestro Bahrami in visita alla Gaffurio

Un vero maestro si riconosce da quel fluire di note “scappate” dal pianoforte, si nasconde in quella musica che abita il cuore e le mani di Ramin Bahrami, una musica che attende di essere liberata per volare lontano a emozionare chi l’ascolta. Sabato pomeriggio il grande musicista iraniano Bahrami, famoso in tutto il mondo per le sue interpretazioni personalissime dei capolavori di Bach, si è accostato al pianoforte dell’auditorium dell’accademia Gaffurio a Lodi.

D’un tratto la simpatia e il sorriso che lo contraddistinguono hanno lasciato il posto alla concentrazione, mentre Bahrami ancora in piedi iniziava a sconvolgere l’aria intonando alcuni brani sui tasti del pianoforte.

Un’esecuzione perfetta, così, su due piedi, e il quindicenne pianista lodigiano Giovanni Bracchi sta seguendo le sue orme. Non ancora maggiorenne, sta frequentando gli esami del Conservatorio di Milano, lo stesso dove si è diplomato Bahrami, e quest’estate ha seguito delle lezioni proprio presso il grande musicista iraniano.

Colpito dal talento che anima il corpo longilineo e gli occhi vivaci di Giovanni, il maestro ha voluto venire di persona a Lodi per vedere l’ambiente nel quale jaha mosso i primi passi alla tastiera, e per questo è stato invitato a visitare l’accademia lodigiana Gaffurio, dove Giovanni studia da molti anni. «Si respira l’atmosfera giusta, si sente nei muri antichi e nell’aria. Dev’essere un piacere imparare l’arte in questo luogo» ha commentato non appena entrato nel cortile, e stanza dopo stanza non ha mai smesso di sussurrare tra sé: «Meraviglia».

Il direttore dell’accademia, Marcoemilio Camera, l’ha accompagnato a vedere l’auditorium, le aule dove si insegna danza o musica, i vari quadri, gli antichi contrabbassi o gli splendidi strumenti della classe d’organo, uno dei fiori all’occhiello della scuola.

L’emozione si è poi dipinta sul volto del maestro quando è entrato nel tempio dell’Incoronata, che confina con la scuola di musica: «Un’occasione da non perdere per chi passa da Lodi» ha introdotto Camera, ma subito gli stucchi dorati e gli affreschi della chiesa lodigiana hanno preso la parola, comunicando nel silenzio tutta la loro storia, la loro arte, che rapisce lo sguardo di chiunque abbia la fortuna di ammirarli. «Anche qui disegni di cetre e strumenti musicali - ha commentato Bahrami ammirando i dettagli degli affreschi -, anche qui si suonava».

Purtroppo l’Incoronata era in chiusura, ma il maestro Bahrami, strabiliato da questo piccolo angolo di arte e musica, ha garantito: «Faremo una visita più lunga la prossima volta che torno a Lodi», senza chiudere le porte alla possibilità di far nascere qualche collaborazione tra il suo talento e la passione degli allievi dell’accademia Gaffurio.

Federico Gaudenzi

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