Il Festival della Fotografia Etica raddoppia e svela le prime mostre

Quasi un mese di mostre, dibattiti e appuntamenti dedicati all’arte della “scrittura con la luce” declinata nei suoi aspetti etici. La settima edizione del Festival della fotografia etica di Lodi sarà organizzato infatti su quattro fine settimana, sposando così il format delle grandi manifestazioni internazionali. La kermesse 2016 ideata e organizzata come sempre dal Gruppo fotografico Progetto Immagine si aprirà sabato 8 ottobre e si chiuderà domenica 30. Gli appassionati avranno dunque occasione di partecipare agli eventi con maggiore facilità: «Abbiamo deciso di aumentare i giorni del Festival anche se ciò comporta un ulteriore dispendio di energie – spiega Alberto Prina, una dei responsabili della manifestazione -. Siamo sempre alla ricerca di volontari che ci possano dare una mano: nelle prossime settimane punteremo soprattutto a promuovere la campagna “Amici del festival”». Chiunque può diventare volontario (l’unico requisito è avere almeno 18 anni): basta accedere al sito internet www.festivaldellafotografiaetica.it e iscriversi attraverso l’apposita sezione.

Intanto sono stati comunicati i contenuti delle prime tre mostre che faranno parte dello Spazio Ong, dedicato alle organizzazioni non governative. Fin dalla sua prima edizione, il Festival sostiene lo straordinario lavoro degli operatori umanitari, che ovunque nel mondo si spendono per i diritti umani e per le minoranze, per garantire salute e istruzione e per la salvaguardia del pianeta

Dopo una lunga selezione con candidati provenienti da ogni angolo del mondo, gli organizzatori hanno deciso di dare visibilità a tre importanti lavori. Il primo è promosso da Unicef Libano, con un progetto dal titolo Factory Boy, sulla piaga del lavoro minorile che coinvolge un numero spropositato di bambini siriani rifugiati nel vicino Libano (foto di Laura Aggio Caldon). Il secondo fa capo a Greenpeace Germania: il progetto dal titolo To the last drop mette in luce gli aspetti più complessi degli stili di vita delle popolazioni che vivono nelle zone remote dell’Artide raggiunte dalle aziende petrolifere, che rappresentano spesso l’unica fonte di sostentamento, ma che al contempo portano con sé una serie di problemi di carattere etico, umanitario e ecologico (foto di Dmitrij Leltschuk);

Infine sarà presenta una mostra a cura di Survival International Italia intitolata Custodi della foresta , una storia di speranza e perseveranza nella lotta a favore delle popolazioni indigene dell’Amazzonia, in cui l’associazione è impegnata fin dagli anni ‘70 (foto di Claudia Andujar).

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