Il “diario sudamericano” di Belcastro

Un vita da compositore riconosciuto, un curriculum ricco di concorsi vinti e partiture eseguite, ma una necessità da colmare: riflettere su se stesso e sul proprio lavoro, guardando in altre direzioni. Un percorso che ha portato Luca Belcastro, noto compositore comasco tra i primi ospiti di Contemporaneamente, la rassegna lodigiana nata nel 1996, a riscoprire vita e arte in un’ambientazione inaspettata, l’America Latina. Le tracce di questo viaggio sono sfociate nei volumi Diario sudamericano - Viaggi tra riti, musica e natura e Sacbeob - Scritti latinoamericani, entrambi editi da Moretti&Vitali. I libri saranno presentati venerdì sera (ore 21) presso il cortile dell’Archivio storico di via Fissiraga. All’incontro parteciperanno anche Daniele Stefanoni e Simeone Pozzini, musicista lodigiano che tra il 1996 e il 2006 ha diretto Contemporaneamente: «Belcastro è stato uno dei primi interpreti invitati a Lodi all’inizio della rassegna - racconta Pozzini - e negli anni è sempre stato vicino al Festival. È l’unico compositore italiano ad aver avuto l’onore di «prestare» un suo brano, La voce della creature, all’Hilliard Ensemble, un gruppo vocale inglese molto autorevole». Durante i suoi viaggi in America Latina viaggi, Luca Belcastro ha dato vita anche al progetto Germina.Cciones... - primaveras latinoamericanas, grazie al quale centinaia di giovani musicisti e creatori hanno partecipato ai corsi di composizione che prendono il nome di un fiore nativo delle varie nazioni dove si realizzano: Ceibo in Argentina, Patujú in Bolivia, Copiu in Cile, Mariposa a Cuba, Xicamiti in Messico e Kantuta in Perù. «Forse il compito di un artista, di un creatore, è proprio questo. - spiega Belcastro - Scendere dall’auto, vedere le cose in maniera differente, da un altro punto di vista e, seguendo le proprie necessità, incontrare i mezzi e le parole precise per manifestare e comunicare le proprie emozioni, affinché anche altre persone possano viverle e condividerle». Proprio questa è stata la molla per intraprendere il viaggio dall’altra parte del mondo: «Decisi di smettere di partecipare ai concorsi e ad allontanarmi dal sistema di relazioni che avevo instaurato con gli interpreti e con i festival, basato sulla competitività e sull’individualità. Un sistema che porta anche alla solitudine, all’emarginazione, all’invidia e all’incapacità non solo di rallegrarsi delle possibilità che si aprono agli altri, ma anche di condividerle e favorirle».Sacbeob, in particolare, raccoglie frammenti del pecorso di Luca Belcastro ed è testimone del suo passaggio e della sua esperienza in Paesi e città. Machu Picchu, Lima, Cusco in Perù, La Paz in Bolivia, La Habana, Sancti Spíritus, Camagüey, Santiago de Cuba, Guanabo, Guardalavaca in Cuba, Ciudad de México, Morelia, Puebla, Guadalajara, le rovine maya di Uxmal, Campeche, Palenque, Yucatán, Chiapas in Messico. È camminando che Belcastro percepisce il polso latinoamericano e narra il suo divenire: è un passeggero che conosce le leggi della natura e nello stesso tempo constata la dipendenza dal vecchio mondo.

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