Il cartone che cambiò la fantascienza

Una festa per Akira, celebrato al cinema a 25 anni dalla sua uscita in sala. Non male per un film che non sarebbe nemmeno dovuto nascere, almeno nelle intenzioni iniziali del suo autore, per restare un “semplice” cartone. Un “anime” giapponese, forse il più famoso di tutti.

Sullo schermo poi Akira ci è arrivato nel 1988, diretto dallo stesso Katsuhiro Otomo, che ispirandosi al suo albo a fumetti ha saputo creare un film che ha segnato il cinema di fantascienza al pari di capolavori come Blade Runner o 2001 odissea nello spazio a cui, senza commettere un’eresia, va ormai paragonato.

Tokyo, 2019 (lo stesso anno della Los Angeles di Blade Runner, con cui esiste un filo di contatto importante): bande di motociclisti che si affrontano come in Warriors, scontri tra manifestanti e poliziotti in tenuta antisommossa, programmi di controllo delle masse, uno scenario post atomico e il disegno che prende vita come mosso da una camera da presa, andando anche oltre le sue possibilità. Nella “nuova” città costruita dopo la devastazione della Terza Guerra Mondiale regna il caos, tra gruppi di terroristi e di ribelli, sette religiose e forze di governo violente. Qui compare la figura misteriosa del giovane Tetsuo, che sembra possedere una forza soprannaturale e un collegamento diretto con Akira, bambino con uno straordinario potere…

Questo l’incipit di uno dei più noti lungometraggi d’azione che, come detto, torna al cinema oggi per un solo giorno, e per la prima volta in digitale 2K, in occasione dei 25 anni dall’uscita (l’elenco completo delle sale si trova su www.nexodigital.it: nel Lodigiano le proiezioni sono a Cinelandia a Pieve Fissiraga, alle 20,10 e 22,40 e a Movie Planet a San Giuliano alle 19,50 e 22.30).

Tratto dall’omonima serie a fumetti di Otomo, Akira fu realizzato sotto la guida dell’autore, che ne curò la regia, realizzando una pietra miliare nella storia dell’animazione: molti gli ingredienti che ne hanno fatto un film anticipatore, realizzato dopo sei anni di lavorazione, con il contributo di 1.300 animatori e con l’utilizzo di 150mila tavole disegnate e addirittura 327 colori. I manuali segnalano anche la sua importanza per il contributo dato allo sviluppo della computer graphic, di cui è un precursore, così come per l’utilizzo della tecnica del pre-recording che ha rivoluzionato il sistema di doppiaggio dei personaggi animati.

E rivisto oggi? Certo il grande schermo saprà restituire al film una dimensione in grado di esaltarne ancora di più le qualità, ma soprattutto questa nuova edizione in versione 2K e con un nuovo audio colpirà anche quanti già avevano avuto la fortuna di vederlo in sala. Per i più giovani invece sarà un’occasione imperdibile per scoprirlo. L’impressione è che l’attualità del film resti immutata così come le caratteristiche (tecniche e narrative) che lo hanno consacrato come autentico oggetto di culto.

Una festa per Akira, celebrato al cinema a 25 anni dalla sua uscita in sala. Non male per un film che non sarebbe nemmeno dovuto nascere, almeno nelle intenzioni iniziali del suo autore, per restare un “semplice” cartone. Un “anime” giapponese, forse il più famoso di tutti.

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