I selfie di Milani per ribaltare i ruoli

Il comico di Codogno si fa fotografare con i cani della città e spiazza ancora con ironia e leggerezza

«Mi scusi, mi concede una foto?». Se si pensa alla richiesta rivolta a un personaggio dello spettacolo o della politica ci si sta sbagliando di grosso. Siamo a Codogno, estate 2020, l’emergenza Covid superata nella fase più acuta e la consapevolezza ormai acquisita da tutti che nella vita di stabilmente codificato non c’è nulla. «Ma la comicità questo lo sa da sempre. La comicità è il ribaltamento dei luoghi comuni e delle certezze consolidate»: parla serio stavolta il comico e scrittore codognese Maurizio Milani perché è proprio in questa riflessione che affonda radici anche la sua ultima trovata. Al solito geniale e stralunata com’è nello stile di questo artista dal curriculum diviso tra cabaret (“Zelig”), televisione (“Che tempo che fa”), giornali (una rubrica fissa su “Il Foglio”) ed editoria (diciotto i libri pubblicati per Bompiani, Baldini+Castoldi, Rizzoli, Barbera, Kowalski ed Aliberti). “Il portacani di Codogno” si chiama l’iniziativa in questione e già il nome è un programma. Spiegarla è un attimo: da qualche settimana Milani ha deciso di immortalarsi in foto con i cani delle persone che incontra nelle strade di Codogno. Persone fermate con gentilezza, a cui chiedere una foto con l’amico a quattro zampe. Ne è nato un nuovo personaggio: “il portacani di Codogno”, appunto. Un “divertisment” nato per gioco, senza un perché, perché Milani ama spiazzare. Ironico per natura, surreale con intelligenza, tanto che non sai mai se ti sta prendendo in giro o fa sul serio. Vero è che con lui si ride e si sorride, alleggerendosi l’anima. «Sogno di fare una foto con tutti i cani di Codogno – parte a ruota libera - . Mi sono informato presso l’anagrafe canina, sono circa 4 mila, sarà un lavoro di qualche anno. Potrei anche allargare ai cani di tutta la zona rossa della Bassa. Ma qui ci vorranno almeno vent’anni». Ma perché i cani? «Sono spesso ingiustamente denigrati: “Una vita da cani”, “canti come un cane”, ma perché?», dice Milani che ammette invece un feeling particolare con loro e non sarà un caso se “L’uomo che pesava i cani” è il titolo del suo libro del 2006 o se la sua prima rubrica su “Il Foglio” aveva proprio titolo “I cani”. Di certo, “Il portacani di Codogno” è sbarcato anche su Instagram e Facebook: accanto alle foto, ci sono anche dei video con chiacchiere in libertà di Milani rivolte a “Piero” (Piero Vietti, giornalista caporedattore de “Il Foglio”) e selfie con scorci codognesi. Dove trova spazio anche la denuncia: è il caso della passerella ferroviaria in stile liberty che sta cadendo a pezzi o del giardino dell’ex Oriente Express, immerso nel degrado.

© RIPRODUZIONE RISERVATA