I mille volti di Brenda Lodigiani

«Per il mio prossimo personaggio mi torneranno utili le lezioni di danza alla Gaffurio di Lodi»

Domenica, su Rai 2,svelerà un nuovo personaggio, l’ennesima “maschera” della spassosissima serie portata sul set di “Quelli che il calcio”. «Non voglio rovinare la sorpresa: posso solo dire che per questa prova mi torneranno molto utili le lezioni di danza all’Accademia Gaffurio di Lodi». Proprio dalle sale di via Solferino, oltre quindici anni fa, è partita la carriera di Brenda Lodigiani, oggi una delle attrici più versatili e brillanti della scena nazionale. Le sue imitazioni sono già storia del piccolo schermo: nella stagione in corso ha vesti i panni di Diletta Leotta, Luisella Costamagna, Sveva Sagramola, la contessa Patrizia De Blanck, Orietta Berti. Risate assicurate, sempre e comunque.

Ormai sei la punta di diamante del programma. Come nascono le idee delle parodie? «Ho la fortuna di lavorare con autori e truccatori formidabili. Di solito la proposta arriva dal mio autore di riferimento, Dario Tajetta: una volta individuato il personaggio da portare in scena cerco tutto quello che lo riguarda. Passo le ore su YouTube: a volte piango perché penso di non farcela, a volte mi perdo via perché Internet è un girone infernale e un link tira l’altro. Mi calmo solo il giorno della prova generale: il trucco di Lorenzo Tamburini e i costumi di Alexandra Monti sono fondamentali, a quel punto sparisce il confine tra me e il personaggio».

Quali sono le maschere che ti hanno dato maggiore soddisfazione? «Non avevo mai interpretato le signore di una certa età. E mi sono divertita tantissimo. Quando ho portato in scena Patrizia De Blanck ero completamente ricoperta di silicone. Tra l’altro nessuno si è accorto che fossi in dolce attesa: mi sono sentita completamente a mio agio perché potevo prendermela comoda, camminare lentamente».

Anche la parodia di Orietta Berti è diventata virale… «Orietta è la numero uno, al Festival di Sanremo ha stravinto anche se la sua canzone non è arrivata in vetta. Ho avuto pochissimo tempo per preparare il personaggio: lo abbiamo deciso il giovedì e la domenica siamo andati in onda. Ho avuto qualche attacco di panico, ma alla fine è andata bene. Per interpretarla mi sono ispirata a mia nonna Vincenza detta Pupetta, alla quale ho “rubato” alcuni modi di dire. Mia figlia Olivia, tre anni e mezzo, ormai canta in loop solo le canzoni della Berti: la situazione in famiglia sta degenerando».

Qualcuno si è mai lamentato delle tue imitazioni? «Direttamente no. È più facile ricevere complimenti: Sveva Sagramola è stata carinissima, mi ha anche telefonato, nonostante il trucco del suo personaggio non le rendesse per niente giustizia».

Negli ultimi tempi hai partecipato anche alla prima puntata di “Domino – Una serie di storie serie”, il nuovo progetto dal collettivo de Il Terzo Segreto di Satira in onda sul web. «Posso usare un solo aggettivo per definire questo lavoro: geniale. Durante le riprese non mi ero reso conto di quanto fosse figo. Collaboro da diversi anni con gli autori del Terzo Segreto di Satira e ogni volta mi stupisco della loro bravura. Spero davvero ci sia un seguito, il progetto è piaciuto tantissimo, è una piccola rivoluzione».

In sette sketch con effetto domino si racconta l’Italia di oggi sotto la lente della satira. Tu interpreti due ruoli: la creativa che cura la pubblicità della campagna vaccinale e una ex pentastellata “guarita” nella parte intitolata “Penta”, chiara parodia di “Sanpa”, la docuserie Netflix che narra la storia di San Patrignano. «”Penta” è il mio pezzo preferito, avevo appena visto il documentario su San Patrignano e quando ho saputo della parodia mi ci sono fiondata senza pensarci. Collaboro con il Terzo Segreto di Satira fin dal loro film “Si muore tutti democristiani” del 2018, mi hanno “adottata”: lavorare con loro è sempre un piacere, anche perché lasciano grande libertà di interpretazione. La collaborazione è continuata con la partecipazione alla saga del “Milanese imbruttito”, un altro progetto targato sempre Terzo Segreto di Satira».

Sei talmente versatile che risulta molto difficile definirti. «Venderei un braccio per fare ridere la gente. Però, lo ammetto, l’etichetta di “comica” mi sta un po’ stretta. Vorrei essere considerata semplicemente un’attrice che può fare commedie o parti brillanti ma anche altro».

Alcuni anni fa, agli albori della tua carriera, ci avevi detto di sognare di diventare la nuova Loretta Goggi. È ancora così? «Ricordo benissimo. Onestamente, oggi, spero soltanto di continuare a fare quello che mi piace davvero. Ossia recitare, che sia in tv, al cinema, a teatro o sul web. Non ho un piano-B. Già quando ero una giovane allieva della Gaffurio a Lodi avevo capito che lo spettacolo sarebbe stato il mio mondo».

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