I big prendono casa a Selvagreca

Tutto pronto ma cartellone ancora da svelare per il “via” al 2014 della Casa del popolo di Lodi che incassa gli auguri di amici internazionali illustri come Gino Robair: «Come non amarla?»

«What’s not to love about that», come non amarla? La Casa del popolo fa breccia nel cuore di Gino Robair, il batterista americano collaboratore di Tom Waits e Anthony Braxton, autore del messaggio d’auguri arrivato in questi giorni nella casella mail del circolo culturale lodigiano, che ha avuto l’onore di ospitarlo in diverse occasioni passate. Un attestato di stima giunto quanto mai a proposito, senza il quale, forse, il 2014 sarebbe stato un anno senza musica sul palco di via Selvagreca, sempre più in difficoltà nel garantire al proprio pubblico una proposta musicale di qualità, viste le risorse sempre più scarse. Invece, anche grazie al piccolo segnale d’incoraggiamento da oltreoceano («Per me l’esperienza del fare musica è più appagante quando coinvolge la comunità – scrive Robair nel suo messaggio – e in questo uno degli esempi migliori in cui mi sia mai imbattuto durante i miei viaggi è proprio la Casa del popolo»), la nuova stagione del circolo lodigiano è in procinto di ripartire già da metà gennaio, con una nuova edizione di Sconfinati suoni e Improvvisamente.

Fra le due rassegne (una dedicata alle contaminazioni fra generi musicali, l’altra all’improvvisazione), la prima a prendere il via sarà Sconfinati suoni, sabato 18 gennaio: Roberto Malusardi, il direttore artistico, ha scelto di non anticipare niente, il che lascia ben sperare nella bontà della sorpresa. Già noti sono invece i protagonisti del concerto che terrà a battesimo la nona edizione di Improvvisamente, che sta per aprirsi sotto la consueta direzione artistica di Alberto Braida, il pianista lodigiano ambasciatore della impro italiana nel mondo. Saliranno sul palco il prossimo 25 gennaio Marco Colonna (clarinetto) e Luigi Marino (percussioni, electronic devices), autori di un progetto (Urbanflux) che mescola l’elettronica ai suoni concreti, con abbondante spazio all’improvvisazione.

Gli altri concerti nel cartellone delle due rassegne dovrebbero venire resi noti a giorni: certo è che anche la stagione 2014, come quelle passate, potrà contare su un programma vario e «avventuroso». Parola di Ab Baars e Ig Henneman, due musicisti di rango all’interno della scena impro internazionale, che come il “collega” Robair hanno voluto inviare (stavolta dall’Olanda) un augurio speciale per la riapertura della rassegna. «Ci piace molto suonare da voi – scrivono – il pubblico è composto da persone di ogni età ed estrazione, non soltanto da intellettuali e musicisti come ci capita in altri contesti. È un pubblico vero e reale». Giovani e meno giovani, amanti del jazz o dell’elettronica, il pubblico lodigiano fa bene alla musica: «Durante le cene che precedono i concerti – aggiunge da San Francisco Robair - musicisti e spettatori hanno modo di conoscersi, di scambiarsi idee in senso bilaterale, di instaurare uno scambio che avvantaggia tutti. E alla fine ti ritrovi a suonare di fronte a persone con cui hai appena condiviso degli ottimi piatti fatti in casa». Appunto, dicevamo: what’s not to love about that?

© RIPRODUZIONE RISERVATA