I bastardi di Pizzofalcone

SIAMO SERIAL Il nostro viaggio continua con la serie tv ispirata ai romanzi di Maurizio de Giovanni

Non c’è solo Montalbano. Tra i titoli delle serie tv all’italiana ben riuscite c’è anche I bastardi di Pizzofalcone. Uno dei motivi è presto detto: la trama segue i romanzi di Maurizio de Giovanni, il quale ha curato di persona la sceneggiatura, evitando pericolosi “strafalcioni”. E, in effetti, la solidità del racconto e dei suoi personaggi è evidente. Se dietro la cinepresa della prima stagione c’era Carlo Carlei, nella seconda stagione il “ciak, si gira” spetta ad Alessandro D’Alatri, regista di successo anche su palcoscenici come Cannes e Venezia.

Per chi non si è ancora appassionato al romanzo poliziesco di Maurizio de Giovanni, un breve riassunto: il commissariato di Pizzofalcone, a Napoli, è allo sbando da quando quattro agenti sono stati arrestati per traffico di droga, vendendo gli stupefacenti sequestrati alla mafia durante le operazioni. A rimpiazzarli… gli “scarti” in arrivo dagli altri uffici. In primo piano c’è Alessandro Gassman nei panni di Giuseppe Lojacono, credibile nel ruolo di un ispettore brillante, in grado di risolvere casi complicati e di restituire un briciolo di dignità a una stazione di polizia così screditata. Al suo fianco, Giorgio Pisanelli (Gianfelice Imparato), il più anziano, e Ottavia Calabrese (Tosca d’Aquino), capace di trovare qualsiasi informazione in rete: sono gli unici due agenti sopravvissuti indenni allo scandalo. In squadra anche Alessandra Di Nardo (Simona Tabasco), super esperta di armi, e Francesco Romano (Gennario Silvestro), burbero e manesco: entrambi sono stati trasferiti per i loro metodi rudi. Marco Aragona (Antonio Folletto), invece, è un raccomandato che deve tenersi stretto il posto. A Luigi Palma (Massimiliano Gallo), poliziotto stakanovista, il compito di coordinare il loro lavoro e tenere unita la squadra.

Tutti gli attori seguono fedelmente il ruolo tratteggiato nei libri da Maurizio de Giovanni, con l’unica eccezione forse di Carolina Crescentini, che interpreta il pm di origini sarde Laura Piras, più “ruvida” su carta che in tv.

I “bastardi” si muovono in una Napoli che recita al loro fianco, splendida anche nelle sue contraddizioni. Uno sfondo di miseria e nobiltà, capace di mostrare ora l’anima più popolare, quella che fa fatica ad arrivare fino a sera, ora la sfrontata ricchezza esibita in ville e macchine lussuose. Napoli è il suo accento, il suo dialetto; lo scorcio mozzafiato sul Vesuvio; i vicoli brulicanti di gente e negozi dove la polizia... meglio se non si fa vedere. È proprio Napoli, o meglio, questa struggente, marcata “napoletanità” a fare la differenza, regalando una marcia in più ai “bastardi”.

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