I 100 anni di Franca Valeri applauditi anche nel Lodigiano

L’attrice si è esibita più volte al Teatro alle Vigne di Lodi e al “Carlo Rossi” di Casalpusterlengo

I cent’anni della “Signorina snob” della televisione italiana. Oggi Franca Valeri festeggia un secolo di vita, per gran parte trascorso sul palcoscenico o davanti alle telecamere di cinema e tv. Nata a Milano nel 1920 (Franca Maria Norsa il suo vero nome, madre cattolica e padre ebreo), è stata la prima donna a sdoganare la comicità femminile in un’Italia decisamente maschilista, dove il gentil sesso era relegato al corpo di ballo o al rango di soubrette. Donna colta, fine attrice di teatro, ha dimostrato fin dagli esordi il suo genio creativo, sorretto da una cultura sconfinata. Nel corso della sua lunghissima e straordinaria carriera è stata diretta da registi importanti (Lattuada, Fellini, Risi, Monicelli, Steno, solo per citarne alcuni) e affiancata da grandi interpreti: si ricorda per esempio il sodalizio con Alberto Sordi, con il quale ha più volte collaborato. Memorabile l’accoppiata nel film Il vedovo in cui inventa lo storico soprannome «Cretinetti» diventato di uso comune nella lingua italiana. Talentuosa caratterista, dotata di un’ironia pungente, ha dato vita a personaggi che hanno rivoluzionato la figura femminile del Dopoguerra, come la nevrotica milanese “Signorina Snob” e la popolana romana ‘Sora Cecioni‘, nati in radio e consacrati dal piccolo schermo. Il teatro è stato la sua vera casa: il suo esordio risale alla fine degli anni Quaranta, quando fonda il Teatro dei Gobbi con Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli, diventato poi suo marito. Più volte si è esibita anche nel territorio, tra il “Carlo Rossi” di Casalpusterlengo e il Teatro alle Vigne di Lodi, dove l’ultima volta, nel 2012, ha interpretato “Le serve” di Genet.

In tv è ricordata soprattutto come star degli show di “mamma Rai”, firmati da Antonello Falqui come “Studio Uno” e “Sabato sera”. Oggi si gode la meritata pensione: «Recitare mi piacerebbe ancora. Il palcoscenico è la mancanza più forte – racconta -. Ho sempre cercato di fare quello che volevo. Per riuscirci però ho lavorato tanto, tantissimo».

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