Gran chiusura della Stagione di chitarra

Il talento moscovita delle sei corde ha deliziato i fan accorsi numerosi nell’aula magna del “Verri” di Lodi

per l’evento finale della kermesse curata dall’Atelier

Finale tra gli applausi per la Stagione internazionale di chitarra classica. Sabato sera, sul palco dell’aula magna del liceo Verri, gli appassionati lodigiani sono stati deliziati dal talento del moscovita Dimitri Illarionov, classe 1979, star delle sei corde grazie alle vittorie nei principali concorsi mondiali quali il Tárrega di Benicásim e il Guitar Foundation of America di Miami. Non è da tutti aprire un concerto con la maestosa Ciaccona di Johann Sebastian Bach, ma Illarionov ha dimostrato una grande consapevolezza strutturale in un brano che si sviluppa per ben quindici minuti.

In seguito, il chitarrista russo si è cimentato con il Prelude e la Barcarole dalla Cavatina e il Pièce en forme de Passacaille, dedicati da Alexandre Tansman al grande chitarrista spagnolo Andrés Segovia.

A chiudere la prima parte, intitolata “Capolavori” e dedicata a grandi autori non chitarristi, il Capriccio diabolico di Mario Castelnuovo-Tedesco, che omaggia il grande violinista Niccolò Paganini evocandone il virtuosismo tanto estremo da essere definito «diabolico», oltre a diversi temi (evidentissimo quello della Campanella, nelle battute finali).

La seconda parte del concerto, riservata a compositori a loro volta chitarristi, si è aperta con la Grande ouverture di Mauro Giuliani, eseguita a una velocità davvero vertiginosa, ed è proseguita con il Capriccio Arabo di Francisco Tárrega, suonato con un piglio molto originale, mentre il paraguaiano Augustine Barrios Mangoré (1885-1944) ha trovato il posto che meritava con il Vals Op. 8 n. 3.

Per chiudere, due brani di autori viventi: una Fantasia su temi russi del connazionale Sergei Rudnev, che ha evocato le sonorità esotiche della semistrunka, chitarra russa a sette corde, e il Vals en skai di Roland Dyens. Nonostante la lunghezza del programma, forse un po’ eccessiva, il pubblico ha richiesto ben tre bis: la Fantasia sul tema del Carnevale di Venezia di Tárrega e un giocoso pot-pourri sul Tico-tico di Zequinha de Abreu scritto dallo stesso Illarionov. Teatrale l’uscita di scena: Illarionov ha suonato in piedi l’ultima frase di Un dia de noviembre di Leo Brouwer mentre raggiungeva le quinte.

Nell’attesa della prossima stagione, inquietano non poco le parole del direttore artistico Mario Gioia, che ha mostrato una certa preoccupazione sui finanziamenti del Comune, promessi e non ancora arrivati a copertura delle spese sostenute: gli appassionati si augurano che si tratti solo di un ritardo dovuto alle recenti elezioni e al cambio di guida nel Broletto. Nel frattempo, i membri dell’Atelier chitarristico Laudense si sono già messi al lavoro per garantire alla città di Lodi un’altra kermesse del calibro di quelle passate, anche in vista dell’appuntamento di Expo 2015.

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