Gli scrittori tornano lettori: la lezione di Ilaria Rossetti

Quattro scrittori che si presentano agli studenti non per parlare dei loro libri, ma della loro esperienza di lettori: Ilaria Rossetti, lodigiana, giovane scrittrice di talento (ha vinto il Campiello giovani nel 2007 e due anni dopo ha pubblicato con successo il suo primo romanzo Tu che te ne andrai ovunque), è stata protagonista del terzo dei quattro incontri della rassegna “La mia storia di lettore”, promossa dal Sistema bibliotecario di Lodi a margine della “Sfida all’ultimo libro”. Sabato mattina nell’aula magna del liceo Gandini, la Rossetti ha incontrato diverse classi di alcuni istituti superiori lodigiani per parlare con loro, in modo amichevole e coinvolgente, del suo rapporto con i libri, la lettura, e dell’importanza che essa ha avuto nello spingerla a scrivere. Condotta da Michela Sfondrini, della libreria Sommaruga (tra i promotori dell’iniziativa), la conversazione si sposta con leggerezza dagli aneddoti personali alle questioni di fondo: dall’interrogazione di storia saltata, negli anni del liceo, per aver passato l’intero pomeriggio precedente senza potersi staccare dalla lettura di un libro di Marcela Serrano, al senso più profondo del leggere: «Chi legge non cerca risposte - racconta - ma cerca altre domande: le cose hanno sempre una doppia (o addirittura molteplice) faccia: è questa molteplicità di prospettive che si scopre leggendo. Cercarla significa non rassegnarsi al versante superficiale della realtà, ma scoprirne le sfumature». Sui libri da portare su un’eventuale isola deserta, la Rossetti non ha dubbi, si porterebbe dei libri già letti: meglio non rischiare sorprese. E ai primi posti mette La signora Dalloway di Virginia Woolf, Un uomo solo di Christopher Isherwood e Spiaggia libera tutti di Chiara Valerio. E poi ci sono le passioni dell’infanzia, quelle che le hanno aperto la strada per diventare una lettrice appassionata: le avventure di Sandokan di Salgari e quelle di Sherlock Holmes, scoperto un’estate, tra la quinta elementare e la prima media e divorato a gran velocità, con lo shock per la morte del detective e successivo sollievo nello scoprire che era una morte finta. Quanto ai luoghi deputati per la lettura, biblioteche e librerie, Ilaria adora le biblioteche inglesi, dove si può andare a studiare e a leggere a qualsiasi ora, perché restano aperte fino a tardi; le librerie, invece, le piacciono piccole, intime, dove si può avere un rapporto personale con il libraio e chiedergli un consiglio: per lo stesso motivo non ama ordinare libri on line. E si finisce con i “diritti del lettore” stabiliti da Daniel Pennac: «Assolutamente condivisibili - dice - quello a spizzicare, a saltare le pagine, e persino a non leggere»: e confessa di non aver finito di leggere alcuni dei grandi classici che le erano stati imposti a scuola, come i Malavoglia. Tra leggere e scrivere, infine, preferisce leggere, ma le due cose sono indissolubilmente legate: «Il mio ideale - conclude - è scrivere qualcosa che poi, come lettrice, mi piacerebbe leggere».

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