Generazioni contro negli Usa senza tempo

Il Midwest americano sembra un paesaggio senza tempo tra le mani di Ramin Bahrami, dentro il suo obiettivo gli orizzonti perdono i confini, ogni limite di spazio e di tempo. Lo scontro tra il proprietario terriero Henry e il ribelle Dean, padre e figlio contrapposti in una lotta biblica, è oggi ma non ha età, indietro fino all’alba dei tempi. Dove sembra essersi fermata l’America di At any price, il film del talentuoso regista americano presentato in Concorso a Venezia 69. Un’opera ben selezionata, diciamolo subito, e che figura legittimamente nella sezione principale della Mostra, pur affrontando una storia e delle dinamiche note (non diciamo “già viste”) che però trovano una chiave di lettura personale dentro un registro lineare ma senza sbavature.

Henry e Dean stanno in questa profonda lingua di Paese lontani e ostili l’uno all’altro, separati dagli anni, dalle aspettative, dai sogni: il genitore sogna un erede per le sue terre, che porti avanti la tradizione centenaria, una nuova generazione come lui era stato per suo padre e prima ancora questo per il suo; il figlio Dean invece vorrebbe solo gareggiare con le auto da corsa mentre da lontano pensa al fratello maggiore che ha fatto in tempo a scappare da questa terra e mentre immagina a occhi aperti di seguirlo nel suo viaggio in Argentina, tra le montagne e altri orizzonti di libertà. Diversi e lontani, Henry e Dean, ma destinati a ritrovarsi incredibilmente vicini, quando il dramma sarà compiuto e il cerchio chiuso su questa storia. Se non fosse che oggi i campi di mais si lavorano con macchine agricole comandate da un gps e dentro cabine con l’aria condizionata, da proprietari di mega aziende che valgono milioni di dollari e controllano le quotazioni in borsa del loro “oro giallo” sullo smarphone, il tempo potrebbe essere quello della Frontiera.

Henry (un Dennis Quaid invecchiato e convincente), Dean (Zac Efron), persino la “sperduta” Cadence (la rivelazione Maika Monroe): “così lontani ma così vicini”. In una lotta eterna tra gli uomini e la terra, la natura che li circonda e che li fa vivere e arricchire, ma pure li respinge o li imprigiona. Il padre che ancora subisce il suo autoritario genitore e che non riesce a modificare le sue regole per adattarle a un tempo nuovo, il figlio che queste regole naturalmente rifiuta e che rischia di spezzare i suoi di sogni e anche quelli della sua giovane ragazza. Che in una società assolutamente tradizionalista e maschile alla fine sembrerà l’unica capace di prendere la via di fuga giusta. Rischiosa ma diversa.

Tutti gli altri invece tra compromessi, lutti nascosti, verità non rivelate e tradimenti, resteranno. A mantenere in vita questa terra, dove sventola la bandiera a stelle e strisce e dove si lavora duro per mantenere chiari i confini tra le contee e le diverse proprietà. Quelli che si confonderanno invece saranno il bene e il male, quando il film del regista Ramin Bahrami prenderà una strada personale finendo per indagare in un territorio più nascosto, oscuro, che nemmeno il sole accecante di questa terra riesce ad illuminare.

Lucio D’Auria

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