Furegato promuove Lodi capitale della cultura: «Prospettiva stimolante»

Il sindaco apre all’ipotesi di una candidatura in tandem con Cremona e Pavia

Una prospettiva «affascinante e stimolante», «rilanciata dal nostro quotidiano locale e anche colta da altri territori», «che è anche un segno di vitalità molto interessante e da considerare in modo adeguato». È il sindaco di Lodi Andrea Furegato ad aprire le porte all’ipotesi della candidatura della città come capitale della cultura italiana. La genesi della proposta - con Lodi in tandem con Cremona e Pavia - arriva dall’avvocato Marco Parini, presidente dell’associazione Proposta Culturale di Lodi e già assessore alla Cultura del Comune di Milano. «La prospettiva è affascinante e da considerare in modo adeguato. Una prospettiva che comunque comporta alcuni presupposti - sottolinea il sindaco - : mentre attendiamo l’esito della candidatura 2026 e tenendo conto che il caso di Bergamo e Brescia è di fatto un unicum, Lodi può giocare una sua partita senz’altro, ma sta facendo un percorso articolato e serio sulla cultura. Nel capoluogo, solo nell’ultimo anno, abbiamo visto tantissime iniziative di grande qualità grazie al protagonismo delle amministrazioni locali e di enti terzi. Basti pensare all’ingresso nel cartellone di Book City e Piano City, ai tanti eventi organizzati dal Comune con grande partecipazione di pubblico, al Festival della Fotografia Etica, all’Orfeo week, alla mostra oggi in corso e dedicata al Bergognone. Lodi sta vivendo un risveglio culturale».

Un risveglio che passa anche attraverso all’interesse sempre crescente verso «la sua storia più autentica e identitaria, al tema della Lodi Murata, al lavoro della Pro loco sulla valorizzazione della storia della città, all’attenzione costante per la ripresa del cantiere di valorizzazione della Lodi sotterranea, anche con una continua pressione al Provveditorato per le Opere Pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna, all’interesse di tanti per il nostro tempio civico dell’Incoronata e per l’arte contemporanea, grazie a iniziative di pregio di tante realtà».

Il contesto, aggiunge il primo cittadino, è quello di una «proposta culturale ricca e articolata che cresce sempre di più e che mette al centro anche il nostro teatro e le tante realtà impegnate nella musica» e in cui, in primo piano, per la mole della sfida e l’impegno richiesto, c’è anche la riapertura dell’archivio storico e del museo civico all’ex Linificio da trasformare nel nuovo Opificio della cultura. «Ci muoviamo in questo percorso, che dovrà certamente vedere collaborazioni agili a livello territoriale, con le città e i comuni del Lodigiano, ma anche con Cremona, Pavia, guardando a sud e a nord - chiude il primo cittadino - : in questo contesto la candidatura come capitale della cultura può essere punto di arrivo di un percorso e un lavoro serio di consolidamento della nostra presenza nel panorama regionale e non come città culturale. Vale la bontà della proposta, non per forza da perseguire entro fine anno. Quello che conta è il percorso che stiamo facendo come territorio e come territori, per essere una città vivace e creativa; un percorso che ci potrà anche portare a quel risultato, prendendo coscienza dello sforzo da fare».

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