FOTO ETICA Storia e memoria: quando il racconto della fotografia «è necessario»

Le mostre realizzate con la Asst e ospitate nel chiostro dell’Ospedale Vecchio

Dialogo, testimonianza, memoria, cultura. Sono questi i concetti chiave delle quattro mostre esposte nel chiostro dell’Ospedale Vecchio, suggestiva sede dello “Spazio No profit” inserito nel Festival della fotografia etica. Per l’occasione, grazie alla collaborazione con l’Asst di Lodi, verrà aperta anche l’antica biblioteca al piano superiore, dove sono esposte le immagini che compongono Per non dimenticare, progetto di Maria Clauss per l’Ong “Médicos del mundo”. La fotografa spagnola ha partecipato all’esumazione delle vittime della guerra civile nella cittadina Huelva di Nerva, in Andalusia, dove si trova una delle più grandi fosse comuni della Spagna: il fine del reportage è ricostruire il passato, ma anche raccontare e trasmettere i sentimenti e le emozioni dei parenti delle vittime.

«Memoria e testimonianza sono le coordinate di questa mostra – spiega Alberto Prina, responsabile del Festival, durante una visita in anteprima organizzata ieri mattina -. Le immagini sembrano quadri: l’esposizione si inserisce perfettamente in questo spazio che i Lodigiani potranno scoprire durante il Festival». Al pianoterra, davanti alla Collezione anatomica Paolo Gorini, campeggiano invece le foto di Vivere la bellezza, splendida mostra collettiva della cooperativa sociale Nuova Assistenza che racconta il desiderio di ripartire dopo la pandemia, progettando e lavorando con creatività e fantasia: da qui l’idea di un concorso che creasse un connubio tra fotografia e pittura che si è tradotto in scatti che “rivisitano” quadri famosi ricreandone pose, costumi, scenografia. Il reportage di Davide Torboli per la Cigl, al piano superiore del chiostro, è invece «necessario – commenta Prina -. Ci dice che dietro i numeri, ci sono le persone, ci sono le famiglie». La mostra, in bianco e nero, si intitola Ho visto e non più dimenticato: l’obiettivo è dare un nome e un cognome a chi è stato vittima di infortuni o morte sul lavoro. Risvegli è invece un progetto di Filippo Venturi per Pscore, organizzazione che si propone di riuscire nell’intento di riunificazione della Corea e assistono i rifugiati dalla Corea del Nord. «Abbiamo sempre visto il Festival della fotografia etica come un’opportunità per creare una sinergia con il terzo settore – commenta Salvatore Gioia, direttore generale dell’Asst di Lodi -. L’allestimento delle mostre è anche un’opportunità per aprire questi spazi alla cittadinanza e far conoscere un aspetto poco noto della sanità, che è anche cultura e valorizzazione del patrimonio artistico».

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