FOTO ETICA I “muri invisibili” dentro Belfast: Binder racconta terre senza pace

Il reportage del fotografo tedesco esposto a palazzo Modignani

«Siamo persone socievoli col prossimo. Solamente, ci spariamo a vicenda».

L’Irlanda del Nord è un Paese che vive di contraddizioni e di opposti. Un sentimento che il fotografo Toby Binder, che nella capitale Belfast ci torna almeno una volta l’anno, ha cercato di far trasparire attraverso il suo bianco e nero. Da una parte i cattolici, dall’altra i protestanti. Da un lato chi voleva rimanere con l’Europa, dall’altro chi è rimasto fedele alla Union Jack anche dopo la Brexit. Le colpe dei padri che ricadono sulle spalle degli incolpevoli figli, la separazione netta tra unionisti protestanti e nazionalisti cattolici che finisce nell’occhio della fotografia di Binder, ospite del festival della Fotografia etica e Cicerone per un giorno, più precisamente quello di sabato. A palazzo Modignani, dove presso la sezione “Le vite degli altri” è allestita la sua mostra “Youth of Belfast”, Binder ha raccontato di come, dopo la Brexit, il confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda si sia di nuovo trasformato in una frontiera che divide l’Ulster dal resto del continente. Binder, tedesco ma argentino e scozzese d’adozione, ama molto visitare Belfast, e fotografarne i mille volti che la popolano. «A Belfast si può toccare con mano quanto sia difficile tornare ad essere in pace dopo aver vissuto un forte contrasto - spiega -. La città è teatro di una sostanziale guerra civile, una separazione netta tra cattolici e protestanti. Le persone vivono fianco a fianco, ma in realtà sono divise da muri invisibili. Questa cosa si riflette soprattutto sui giovani, che nascono e crescono in questo ambiente dal rigido retaggio senza alle volte capirne il perché. Ho scelto, quindi, di fotografare persone giovani perché per loro ci sono ancora possibilità di cambiamento».

Come in una sorta di ghetto, chi è dell’una non può frequentare ambienti dell’altra parte. «Essendo un “esterno” ho potuto avere contatti con ambo le fazioni - prosegue Binder -. Devo dire che sono persone socievoli, infatti una volta un nord-irlandese mi ha spiegato che con gli stranieri sono molto accoglienti, ma fra di loro possono anche spararsi. Con il mio lavoro, rigorosamente in bianco è nero, ho cercato di far capire sia il contrasto sia la sostanziale vicinanza che accomuna questo popolo. Qualcuno dice che cattolici e protestanti si possano riconoscere solamente guardandoli in viso. Io ci ho provato, ma non ci sono riuscito. E scommetto che neanche voi potrete distinguerli».

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