Foto per cambiare il mondo

All’attività di reporter l’autore ha affiancato un forte

impegno sociale per intervenire nelle situazioni

di povertà scoperte durante i suoi viaggi

horizons Saharan

Fotografie di Oliviero Masseroli

Calicantus Café e MariTea, Lodi, visitabile fino al 20 luglio

Fotografare per passione. Una frase scontata e giustamente attribuibile a tanti autodidatti e professionisti. Ma nel caso di Oliviero Masseroli di Clusone, la passione per le inquadrature e gli scatti con i quali da quando era bambino cattura luoghi e personaggi, si accompagna strettamente alla passione per gli altri: gli ultimi, i bambini, le genti del Sud del mondo che abitano le terre raccontate nelle sue fotografie. Perché le immagini esposte da martedì al Calicantus Cafè dei Giardini di Viale IV Novembre, e le altre al MariTea di Corso Adda 66, non sono nate solo come reportage di viaggio o come coinvolgente partecipazione alla vita delle popolazioni. Da sette anni a questa parte hanno infatti assunto i colori della solidarietà; a partire dall’incontro di Masseroli con la realtà del Bangladesh, con le popolazioni tribali del nord del Paese tra Rangpur e Dina Jpur, con la tragedia e il paradosso della mancanza d’acqua: abbondante nel sottosuolo, ma in assenza dei mezzi per portarla in superficie. La sorpresa per Masseroli dell’abbordabilità dei costi necessari e, da allora, la realizzazione di 250 pompe per l’acqua.

Il tutto passando attraverso fotografie come quelle esposte fino al 20 luglio nelle due sedi nella mostra Horizons Saharan, al Calicantus, un po’ sacrificata dalla struttura del luogo. Nove immagini digitali di grande eleganza stilistica, sapienza compositiva e attenta scelta cromatica descrivono nei colori delle sabbie e delle terre il deserto d’Algeria, di Mauritania e del Mali, solo alcuni dei tanti percorsi compiuti dai primi anni Novanta in un itinerario che ha attraversato quasi tutti i Paesi dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica. Fotografie come queste, e spesso dedicate alla gente anziché al paesaggio, sono esposte in mostre o in rete, in documentazioni che hanno per scopo la raccolta di fondi.

Oltre ai pozzi, Masseroli ha così costruito per otto famiglie case in mattoni e bambù dove lui stesso trova ospitalità nei suoi soggiorni in Bangladesh, e attuato il progetto Acqua e riso il reperimento di terreni incolti e 69 famiglie coinvolte ciascuna per tre giorni lavorativi per ogni raccolto, con la distribuzione finale di quantitativi di riso e patate.

Marina Arensi

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