Festival di Venezia,

in scaletta il film

del poeta Oldani

Il poeta melegnanese Guido Oldani ha collaborato alla realizzazione del film-documentario Caldo grigio, caldo nero per la regia di Marco Dentici. L’opera, che ha comportato un lavoro che si è protratto per più di un anno e mezzo, si avvale anche degli interventi interpretativi di Maria Grazia Cucinotta e Nino Frassica. Per altro, l’accostamento del poeta con l’attrice non è nuovo.

Alcuni anni fa entrambi nella stessa tornata sono stati nominati, per le rispettive discipline, Accademici delle Muse nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze.

Caldo grigio , caldo nero documenta ed esprime fantasticamente l’onda di fango che il primo ottobre 2009, investì, come una nuova Pompei, l’estremo lembo sud di Messina causando ogni genere di sciagura, quasi in una metafora esistenziale. Oldani questi luoghi li ha frequentati anche per la sua campagna diretta, ed in loco, contro la mafia, secondo il suo principio «che nelle vicende o ci si mette la faccia o si resta a casa». Il film, al quale Oldani da anche la sua immagine, ha una durata di 80 minuti e sarà proiettato a Venezia il 5 settembre alle 17 nell’ambito della rassegna Controcampo che ospita le pellicole destinate a proporre delle nuove tendenze. In particolare nello svolgimento della vicenda, viene letto fra gli altri suoi testi, Il sasso bianco, composizione già nota ed antologizzata. Il film inizierà la sua diffusione con una duplice proiezione a Milano e a Messina. La collaborazione del poeta con il cinema fa seguito alla sua presenza, per altro già consolidata, nel mondo del teatro. Con Millennio III nostra meraviglia, infatti - esordio al festival internazionale 2011 di Firenze, presso la stazione Leopolda - il regista e attore Gilberto Colla ha presentato un’opera basata sugli ultimi lavori di Oldani.

Il poeta lombardo esprime una speranza: «Dopo il circo equestre della Biennale di Venezia , mi auguro che almeno il festival del cinema non mi faccia rimpiangere la pro-loco di Peretola di Sotto. Il mio Realismo terminale incombe sulle schiene curve di questa povera nazione».

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