Euphonia: “copiare” con classe

A Lodi il concerto della cover band dei Pink Floyd

La scelta di celebrare, provando a imitarla, una delle band fondamentali della storia del rock mondiale può apparire decisamente rischiosa. Ma il curriculum degli Euphonia, gruppo torinese che da quindici anni ripropone i classici dei Pink Floyd, parla chiaro: concerti in tutta Europa e un premio di alto livello, l’Mtv Best Fans Awards, che li ha consacrati in ambito internazionale.

Anche in piazza della Vittoria a Lodi, venerdì sera, per il cartellone estivo di Lodi al Sole, i sette musicisti hanno dimostrato che una cover band può trascinare il pubblico (quasi) come il modello dal quale si prende ispirazione. Certo, il magnetismo di Roger Waters, David Gilmour, Rick Wrigt e Nick Mason rimane irraggiungibile, ma di sicuro gli Euphonia rappresentano una piacevole eccezione nella selva dei gruppi-tributo. Già il fatto di cimentarsi con i brani psichedelici e complessi dei Pink Floyd è una nota di merito: significa possedere una preparazione musicale di alto livello che permette di ricreare poi sul palco le stesse atmosfere delle composizioni originali. Ed è proprio nella dimensione “live” che gli Euphonia danno il meglio, con esibizioni energiche, appassionate e capaci di coinvolgere diverse generazioni di fans. Lo stesso è successo venerdì sera all’ombra del Duomo, appuntamento inserito nel cartellone della sezione “Vivi il centro” di Lodi al Sole, il contenitore di eventi estivi organizzato dal Comune.

Tanti gli spettatori che per un paio d’ore hanno sostato nel salotto buono cittadino per immergersi tra i suoni e le liriche che hanno segnato l’epoca d’oro del rock. Un concerto antologico che ha attraversato quasi cinquant’anni di storia che, a tratti, ha fatto quasi dimenticare che sul palco non ci fossero Waters & co. ma sette ragazzi di Torino. Trascinanti, divertenti, autoiroinici, gli Euphonia hanno distillato perle del repertorio floydiano, da The great gig in the sky a Money, da Mother a Shine on you crazy diamond. Un fiume di rock progressivo e psichedelico fermato solo per qualche minuto da un improvviso quanto breve acquazzone. Qualche momento di panico, tra il fuggi fuggi generale degli spettatori che hanno cercato riparo sotto i portici della piazza, poi la musica ha ripreso il suo flusso ipnotico e martellante. A spazzare ogni nube ecco le note di Another brick in the wall, brano cantato all’unisono con i «fans» in piedi sotto il palco. Applausi, tanti, diventati ovazione quando parte il riff di Wish you were here, il brano dedicato al compianto Syd Barrett e pietra miliare del rock.

© RIPRODUZIONE RISERVATA