Eroi Marvel sulle orme di Ian Solo

«Sono un’assassina, non posso ballare...». La disegnano cattiva Gamora ma in realtà non lo è. In fondo anche quelli dall’aspetto più terribile non fanno così paura ne I guardiani della galassia, il nuovo film basato sui personaggi dei fumetti Marvel che arriva in sala in Italia dopo aver conquistato i botteghini di mezzo mondo. Non ci sono lati oscuri, pochi i tormenti, le vendette o i conti da fare con il passato perché questo nuovo kolossal nato dalla leggendaria fucina di fumetti è distante anni luce dai mutanti della saga degli X-Men e non mette radici dalle parti di Gotham (terra della DC Comics...) ma piuttosto vola alto e veloce per combattere nuove “guerre stellari”.

Il riferimento più importate per I guardiani della galassia sembra invece essere Star wars, anzi la parte più “leggera” della serie di Lucas che viene “svuotata” dei contenuti e dei rimandi più complessi, per spostare lo sguardo sulla sua componente ludica. Il modello degli autori è Ian Solo che diventa il prototipo su cui costruire tutti o quasi gli eroi della “compagnia” della galassia, a partire da Peter Quill-Star Lord per arrivare al procione guerriero Rocket, accompagnato da Groot umanoide fatto a immagine e somiglianza di Chewbecca. La loro missione inizia quando il gruppo entra in possesso di una sfera che contiene una potenza misteriosa e spropositata ma che per questo può finire in mani pericolose...

Apparsi per la prima volta negli albi Marvel nel 1969 i personaggi de I guardiani della galassia oggi sullo schermo sembrano ammantati da un gusto un po’ retrò, volutamente nostalgico: nel film sono tanti i rimandi a Guerre stellari (omaggi più o meno dichiarati come la scena del bar o l’assalto all’astronave che in qualcosa richiama la Morte nera) o le citazioni che occhieggiano a un pubblico di quarantenni, quelli che erano ragazzi quando in sala Kevin Bacon sfidava gli avversari a passi di danza in Footloose. Quelli che riconoscono le canzoni che Star Lord ascolta nelle cuffiette di un walkman, che a un’altra parte del pubblico apparirà come un pezzo d’antiquariato...

Non è la battaglia, non è sulla costruzione di combattimenti che punta il film che in questo è assai meno complesso e articolato di molti suoi predecessori. Meno coinvolgente di un qualsiasi videogame... La sua forza sta altrove: nella capacità di evocare avventure senza tempo e di rispettare i codici della fantascienza e la ricetta della “nuova” animazione che al cinema si rivolge a uno spettatore più adulto, che porta con sé il pubblico più giovane.

In tutto questo lo spirito Marvel non è comunque tradito, anche se si perde una delle caratteristiche principali dei suoi eroi (tipicamente condizionati da passate tragedie personali e da “super tormenti” che ne segnano il cammino). Qui è il solo Star Lord ad essere “titolare” di un passato del genere, raccontato nel veloce prologo, e lo spazio lasciato all’introspezione nella costruzione degli altri personaggi è davvero minimo. La loro avventura parte subito con un obiettivo preciso: divertire con le esplosioni e le navi da guerra che attaccano, con le battute o le gag che citano i film d’azione, riunire il pubblico di tutte le età davanti allo schermo per una nuova avventura in cui il tempo scompare, assieme alle distanze.

© RIPRODUZIONE RISERVATA