Eni disegna un nuovo futuro

È una mostra molto diversa dal solito, quella allestita da pochi giorni a Cascina Roma. Innanzitutto, nella Galleria che abitualmente ospita opere pittoriche o sculture contemporanee, irrompe l’architettura. E lo fa scardinando gli spazi tradizionali, tant’è vero che per Un nuovo segno +¸ che presenta il modellino del futuro Sesto Palazzo dell’Eni e dei dieci migliori progetti in gara nel concorso internazionale indetto dalla società del cane a sei zampe per il nuovo quartier generale tra via De Gasperi e via Ravenna, sono stati ridisegnati gli spazi espositivi. Pannelli bianchi fanno da quinte scenografiche al progetto di Thom Mayne, celebre architetto “laureato” (ha vinto il Pritzker, il Nobel dell’Architettura) e fondatore dello studio Morphosis Architets, che ha firmato l’opera vincitrice: il visitatore che entra a Cascina Roma subito s’imbatte nel candido modellino che cambierà la geografia urbana di San Donato. Future skyline recita la mostra che al piano terra ripercorre, accanto al futuro prossimo venturo - l’opera sarà infatti realizzata entro il 2015 - anche alcuni scorci del passato grazie a foto d’epoca.

Balza subito all’occhio che dove prima, con il Castello di Vetro, cioè il Primo Palazzo, con la Stella (il Secondo Palazzo) di Bacigalupo e Ratti e anche, più recentemente, con il progetto di Gabetti e Isola per il Quinto Palazzo, si è puntato sul vetro, sulla trasparenza e sulla verticalità, ora si cambia rotta. Si viaggia in orizzontale, e su forme fluide. Spicca, nel progetto, l’attenzione al verde preesistente nella zona, che sarà ribattezzato “Isola Bella”, e uno skyline garden di grande effetto. La piazza di Mayne, quella attorno alla quale si sviluppano le torri della sede (60mila metri quadrati per 3.500 persone, sala conferenze, biblioteca e ristorante aziendale) è fatta per essere vissuta. «Mi sono ispirato alla ricchezza della Terra, resa attraverso un gioco di edifici e di piazze disposte su vari strati proprio come gli strati tettonici che compongono il terreno», ha detto l’architetto, pensando alla fluidità del sottosuolo, quella zona del terreno dove giace il gas naturale che ha fatto l’epopea dell’Eni.

La mostra, realizzata dalla società in collaborazione con il comune di San Donato, prosegue al primo piano: qui, esposti in modellini candidi di legno o plastica ecocompatibile i progetti dei dieci migliori che hanno partecipato al concorso internazionale. È un bel vedere, peccato non aver pensato a chiare didascalie sul senso delle opere esposte, da porre magari su pannelli vicini ai plastici: l’architettura non è così semplice da decifrare. Spicca, per eleganza, leggerezza e originalità, il progetto di Isozaki che aveva concepito un palazzo-simbolo della green economy: rispetto del verde, risparmio energetico, ariosità sono le cifre stilistiche dell’opera forse più interessante esposta. L’attenzione al verde e alle forme fluide accomuna molti dei modelli, tra cui quello firmato da Dominique Perrault, un altro gigante dell’architettura. Originale la rivisitazione dell’americano Richard Meyer, con un edificio che, fin nella forma, fosse un omaggio alla storia dell’Eni e a quel cane a sei zampe. Mario Bellini disegna invece un’acropoli contemporanea, raffinata ed elegante, ma forse non altrettanto convincente per la funzionalità. Ha lavorato invece sulla ricerca il gruppo di Cino Zucchi che, seppur presentando un progetto dall’aspetto più tradizionale, ha ipotizzato materiali e rivestimenti innovativi, all’insegna della eco-compatibilità. Non c’è sviluppo, non c’è sguardo al futuro che possa prescindere dal passato, paiono dirci gli architetti, e questa mostra è un buon esempio di riflessione sulle potenzialità dell’urbanistica e dell’architettura come veicolo di valori per la società. Non resta allora che attendere la lecture di Thom Mayne, prevista in sala consiliare il 12 febbraio: parlerà del suo progetto, di questo nuovo “segno più” e del segno che, sempre, l’architettura lascia nei territori che occupa.

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Un nuovo segno +

Mostra dei progetti per il nuovo palazzo dell’Eni. A Cascina Roma di San Donato, ingresso libero fino al 24 febbraio

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