Due sculture di Salotti donate al Soave

Da Lucca a Codogno, in omaggio a uno dei più importanti scultori europei del secondo Novecento, Giannetto Salotti. È una donazione di prestigio quella effettuata al Comune di Codogno dagli eredi di questo artista lucchese di nascita, scomparso 95enne nell’agosto 2013, dopo una carriera segnata da mostre ed esposizioni nazionali e internazionali: due le opere di Salotti donate all’amministrazione comunale, sculture collocate nelle sale nobili del Soave e ieri presentate ufficialmente alla città in conferenza stampa. Diversissime tra loro (l’una figurativa, l’altra astratta), le due opere affascinano per la forza del loro impatto visivo. La prima si trova subito all’ingresso del Soave, nella cappella San Carlo: il gesso “Gli alluvionati del Polesine” del 1952 appartiene alla tradizione realista e alla prima formazione di Salotti ed è un’opera di impegno immediatamente civile che richiama all’alluvione che nel novembre del 1951 colpi le province di Rovigo e Venezia, causando decine di vittime e migliaia di senzatetto. La seconda opera si intitola “Il Patriarca”, pietra colata del 1974, collocata alla fine dell’ampia sala espositiva del Soave: appartiene alla stagione in cui Salotti affina forme essenziali, la figura appare duplice e muta secondo le posizioni di osservazione, un volto enigmatico o due guardiani del mondo ancestrale e profondo. Ma qual è il motivo di questa donazione a Codogno? A spiegarlo ieri è stato il critico d’arte Amedeo Anelli: «Assieme all’antropologa e critico della letteratura Daniela Marcheschi, ho seguito l’opera di Salotti e la sua valorizzazione - ha spiegato Anelli -. Alla sua scomparsa, la famiglia di Salotti ha dato mandato al sottoscritto e alla Marcheschi di esportare una parte della produzione dell’artista in musei e luoghi di cultura, spazi in cui queste opere potessero essere visibili al pubblico. Da qui, la scelta anche di Codogno e del Soave». «Un grazie doveroso va alla famiglia Salotti per la donazione, un grazie anche a coloro, Anelli in primis, che l’hanno consentita - ha sottolineato l’assessore alla cultura Mario Zafferri -. Questa due nuove opere arricchiscono il patrimonio artistico del Comune di Codogno». Per meglio valorizzare le due opere, Anelli sta pensando alla possibilità di organizzare una giornata di studio dedicata a Salotti. Con un sogno: «Che queste due opere possano essere l’inizio di un fondo di arte moderna a Codogno, da inserire in un vero museo del Basso Lodigiano aperto al contributo anche di altri artisti».

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