Due pale della Rubini nel presepe della Cattolica

Il chiaroscuro che crea tensione e cattura lo sguardo, incatenandolo alla tela. E l’intensità dell’attimo rappresentato, per dare senso vero e non banale all’evento cruciale dell’umanità, la nascita di Gesù. È un presepio che scuote i pensieri di chi lo osserva quello dipinto su due grandi pale ad olio su tela che da qualche giorno si trovano esposte nella cappella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: la pennellata quella inconfondibile della nota artista Ilia Rubini di Corno Giovine, chiamata proprio dal prestigioso ateneo meneghino per restituire con profondità il significato di mistero e bellezza legato alla nascita del Bambin Gesù. Le due opere hanno ampie dimensioni, superando i due metri di altezza ed arrivando quasi al metro di base. E se i soggetti rappresentati sono quelli classici del presepio – la Natività e l’Adorazione dei Magi - , sicuramente nuova è la prospettiva con cui l’artista Rubini li ha restituiti sulla tela.

«Volevo dare un senso nuovo a questo presepio, farne emergere gli aspetti più profondi – spiega Ilia Rubini - . La Natività racconta così il sacrificio della Madonna, che sa di dover donare suo Figlio al mondo. Ecco perché Maria non trattiene la sua creatura, Gesù Bambino le scivola via nelle pieghe dell’abito come se fosse diventato un fiume. L’elemento visivo nuovo dell’Adorazione dei Magi è invece dato da uno dei Magi che, davanti al Bambino, si spoglia dei suoi abiti: con questo atto, il re riconosce con devozione Colui che sarà il vero Re dell’umanità». Il risultato è quello di due opere dalla forte intensità.

«Comunico dipingendo, i miei pennelli sono le mie parole», sintetizza efficacemente Ilia Rubini, che si dice «molto felice ed estremamente grata per questa opportunità arrivata dall’Università Cattolica di Milano. Ho cercato di dare il meglio, bellissima soddisfazione».

Giusto sottolineare che la collaborazione tra l’artista lodigiana e l’ateneo milanese della Cattolica non nasce in questo dicembre 2015 ma ha radici più lontane. Il loro primo incontro risale infatti a qualche anno fa quando, rimasta colpita dallo stile figurativo di Ilia Rubini, l’Università Cattolica commissionò all’artista la realizzazione di quattro pannelli per raccontare ancora attimi pregnanti della Natività (e anche allora Ilia Rubini fu innovatrice: nessuna capanna per il primo dei pannelli, a essere raffigurata era l’Annunciazione, l’attimo in cui Maria viene a sapere dall’angelo del suo prossimo essere madre del Figlio dell’Uomo).

Quella collaborazione ebbe un esito felice al tal punto che l’Università Cattolica già chiese ad Ilia Rubini una prosecuzione del suo impegno. Lo stesso che ora si trova restituito proprio in queste due nuove pale esposte nella cappella dell’ateneo. Le opere resteranno visibili fin dopo l’Epifania, esposte in due nicchie che introducono all’abside e all’altare della cappella dell’università.

La creativa lodigiana ha dipinto scene della Natività per la cappella dell’università milanese in due tele dal forte impatto emotivo e di imponenti dimensioni.

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