Due autori di Lodi fra i “big” del Salone

Al via con due lodigiani la ventiquattresima edizione del Salone del Libro di Torino, l’appuntamento più importante per l’industria libraria nostrana e da sempre vetrina utile alle case editrici tricolori per promuovere i loro autori di punta. A tenere alte le “bandiere” del nostro territorio saranno il maestro favoliere Mirko Mintini, che presenta domenica alle 14 nello spzio di Piazza Italia, il suo Il Tocca-cielo, e Beppe Quintini,che lunedì 16 alle 14 nell’Incubatore, illustrerà il suo thriller Voci soffocate.

Il programma del salone inizia oggi al Lingotto (ma anche in diversi altri punti della città, per un fuori Salone interessante, sul sito www.salonelibro.it tutti i dettagli) e vedrà gli stand pieni, anzi stracarichi di volumi; ma non dimentichiamoci che questa è anche la prima edizione in cui si fa strada l’editoria digitale (molte le iniziative di Bookrepubblic, casa editrice esclusivamente on line). In un Paese tristemente noto per le basse percentuali di lettura e ancora indietro nella diffusione degli e-reader, il Salone rappresenta un appuntamento consolidato. Non poteva mancare quest’anno una riflessione sull’Unità di Italia, in compagnia di studiosi come Lorenzo Del Boca, giornalisti come Aldo Cazzullo e Paolo Mieli, scrittori come Giancarlo De Cataldo, politici come Giuliano Amato, intellettuali come Dario Fo (che presenterà una personalissima lettura del Boccaccio) e lectio magistralis dello storico Giovanni De Luca (titolo: “A che cosa serve essere italiani?”). Il tema della memoria critica è il fil rouge che accompagna i tanti incontri, per un’edizione che conferma gli appuntamenti per le scuole e per i bambini, la sezione Lingua Madre dedicata al multiculturalismo, e che lancia format nuovi come quello delle “invasioni mediatiche” che daranno spazio alla produzione musicale (ad esempio Yo Yo Mundi, Subsonica) e fumettara sulla scena italiana. Ma veniamo ai grandi nomi: a Torino arrivano autori di culto come James Redfield, che firmò la fortunata Profezia di Celestino e che ora presenta La dodicesima illuminazione (Corbaccio), il premio Pulitzer Paul Harting, Luis Sepùlveda (molto amato dal pubblico nostrano), e poi ancora il tedesco Frank Schaetzing che con Limit ha conquistato il pubblico con un romanzo basato sulle energie rinnovabili. Tra i best-seller anche Martin Cruz Smith, autore del mondadoriano successo Gorkij Park e poi il francese Marc Lévy, lo spagnolo Javier Cercas, autore del pluripremiato Anatomia di un istante (Guanda) . Ospite d’eccezione, anche perché riceverà al Lingotto il Premio Alassio Internazionale, è Predrag Matvejevic: il famoso scrittore bosniaco si è aggiudicato il premio per il suo recente Pane nostro che analizza in modo originale le civiltà del Mediterraneo. Molto attesa è l’esordiente americana Vanessa Diffenbaugh che presenta in anteprima mondiale a Torino Il linguaggio segreto dei fiori, che è diventato un caso editoriale negli Stati Uniti ancora prima di essere pubblicato (Garzanti si è aggiudicata i diritti). Accanto agli appuntamenti di settore e alle tavole rotonde con i “soliti noti”, da segnalare la prestigiosa mostra che il Lingotto ha deciso di dedicare all’Unità d’Italia: 1861-2011. L’Italia dei Libri, ideata da Rolando Picchioni e curata da Gian Arturo Ferrari, rilegge la storia del Bel Paese attraverso i suoi testi più importanti. Infine, in un’edizione punteggiata da riflessioni sull’editoria digitale e sulle nuove migrazioni, e che forse non brilla per originalità, il merito di aver rispolverato i migliori esponenti della letteratura russa contemporanea, negli ultimi anni un po’ dimenticata. La Russia è infatti, insieme alla Palestina (Israele lo fu, con alcune rimostranze, nel 2008), il Paese ospite di quest’anno.

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