Diritti, ambiente, conflitti: obiettivo puntato sul mondo

Cascina Roma a San Donato l’esposizione realizzata con il gruppo Progetto Immagine di Lodi

Dai colori sgargianti (e dissonanti…) delle fiere del settore armamenti ai ruvidi bianco e nero che ritraggono la quotidianità del popolo indigeno Mapuche. Dai volti e dai sogni di donne in fuga da crisi umanitarie alla tenerezza di panda ed elefanti al centro di progetti di salvaguardia. A Cascina Roma a San Donato sono in scena fino al 22 maggio quattro mostre già ospitate al festival della Fotografia etica (visitabili a ingresso libero nei seguenti orari: lunedì-venerdì: 9.30 - 18.30, sabato: 9.30 - 12.30 e 14.30 - 18.30, domenica e festivi: 10 - 12.30 e 15 - 19). Una mostra che si inserisce all’interno del percorso Cascina Roma Fotografia affidato a quel gruppo Progetto Immagine che della kermesse lodigiana è l’ideatore e organizzatore.

La mostra “Connessioni: diritti, ambiente, conflitti” è visitabile al piano nobile della struttura di piazza delle Arti a San Donato (a cui si aggiunge un’installazione al laghetto di via Europa). Si viene accolti dai ritratti firmati dal francese Vincent Tremeau , che con la mostra “Un giorno, io diventerò” ha posto l’attenzione sugli sguardi di bambine e ragazze tra i 6 e i 18 anni che abitano in territori di crisi umanitaria, e che in quanto femmine hanno 2,5 volte più probabilità di non andare a scuola. Vestite con gli abiti del mestiere che vorrebbero fare da grandi, le giovani vengono raffigurate in pose semplici accompagnate da didascalie che ne raccontano i sogni di riscatto.

L’argentino Pablo Ernesto Piovano ha invece concentrato la sua attenzione sulla comunità guerriera sudamericana dei Mapuche, irriducibile all’assimilazione negli stati nazionali nati a fine ‘800. Le immagini ritraggono riti, scene di lotta, vita quotidiana di un popolo protagonista, negli ultimi vent’anni, di lotte per la salvaguardia della propria cultura e dei propri territori. Dai contrasti del bianco e nero a quelli tra il luccicante scenario delle fiere di settore e le cupe finalità dei prodotti dell’industria degli armamenti, immortalati da Nikita Teryoshin nella mostra “Niente di personale. Il back office della guerra”. Il fotografo ha frequentato quattordici esposizioni dal 2016 al 2020, tornandone con istantanee che raffigurano «un parco giochi per adulti di dimensioni esagerate, con finger food, vino e armi luccicanti. I cadaveri sono manichini o pixel sugli schermi di enormi simulatori», si legge nella presentazione. Spazio agli animali in via di estinzione, infine, con le immagini naturalistiche firmate dalla fotografa National Geographic Ami Vitale . Particolarmente suggestive le foto che ritraggono la vita segreta dei panda, al centro di progetti di conservazione in Cina.

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