D’Avenia ospite a San Donato

La scuola la conosce bene, perché di mestiere insegna in un liceo milanese. Alessandro D’Avenia, classe ‘77, natali palermitani, un passato di ricercatore lasciato per spiegare la letteratura ai ragazzi di Roma e, adesso, a quelli meneghini con il suo esordio letterario, Bianca come il latte, rossa come il sangue ha fatto sperare in casa Mondadori di bissare il successo de La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. Non è andata così, ma poco ci manca, perché D’Avenia è diventato un autore di culto per giovanissimi. La sua presenza sarà dunque particolarmente gradita oggi a San Donato dove l’autore è stato invitato dalla Commissione Biblioteca in occasione della premiazione per gli studenti diplomati lo scorso giugno con il massimo dei voti: a condurre le fila dell’evento, che vuole essere un momento di festa ma anche di riflessione sul mondo della scuola, Maria Antonietta Porfirione Todaro, che questa realtà conosce bene (ore 21, biblioteca “Simona Orlandi”, ingresso libero).

Ecco allora che i migliori studenti sandonatesi, quelli che si sono laureati con cento centesimi nell’ultima sezione di esami di maturità, avranno l’occasione di ascoltare i consigli e i suggerimenti di D’Avenia. Lo scrittore conosce bene gli adolescenti, sa parlare il loro linguaggio: nel libro fa dire a Leo, il protagonista sedicenne della storia, che i professori sono «una specie protetta che spero si estingua definitivamente». Eppure, con garbo e un pizzico di furbizia che ha reso il volume un buon successo commerciale, D’Avenia è riuscito a tessere una trama su temi forti come l’accettazione di sé, l’amicizia, l’amore, l’anoressia. Persino l’affetto verso un nuovo professore di filosofia che insegnerà a Leo a guardare alla vita in modo diverso, a inseguire i propri sogni: c’è la passione per Beatrice, la fanciulla dai capelli rossi che soffre di una malattia che divora l’anima e il corpo, e l’amicizia con la tranquilla Silvia, affidabile e serena. Grazie al supporto del nuovo insegnnate, cui brillano gli occhi quando fa lezione, i ragazzi impareranno a scegliere tra il bianco, il colore dell’assenza e della privazione, e il rosso, il colore della passione, della vita, dell’amore. Snobbato inizialmente dalla critica tradizionale, Bianca come il latte, rossa come il sangue ha invece vinto la sfida in libreria: come spesso capita per romanzi che abbiano per protagonisti adolescenti (e che in parte ad essi si rivolgono), il passaparola, anche sui social network, è stato fondamentale. D’Avenia, con la sua aria perbene da professore comprensivo, appassionato, capace e preparato, si è trasformato così in enfant prodige della letteratura italiana. La scuola che descrive nei suoi testi (ha anche un blog www.profduepuntozero.it dalla grafica accattivante e dai temi non scontati) è quella di un docente innamorato del suo lavoro, un mestiere di certo non privo di «pittoresche difficoltà»

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