Dal Crt a Casale, per una pièce “in divenire”

È un primo appuntamento “con il botto” per il cartellone di prosa del Teatro Comunale. Arriva infatti Arlecchino, protagonista Paolo Rossi, per una produzione CRT - Centro Ricerche Teatri di Milano. Lo spettacolo è il compimento di un percorso che lega l’attore alla figura di Arlecchino, un percorso iniziato con la collaborazione che Rossi ebbe con Giorgio Strehler negli ultimi anni della vita del maestro, anche se poi il progetto non ebbe seguito. Questo spettacolo chiude una specie di cerchio nel quale Rossi fa prezioso tesoro dei lontani consigli che Strehler gli diede sulla maschera che il regista conosceva assai bene (indimenticabile il suo Arlecchino servitore di due padroni). Quanto allo spettacolo di Casale, insieme alla presenza di due altri saltimbanchi (e compagni di viaggio al contempo), l’attore milanese allestisce una rappresentazione del genere “in prova”: coinvolgimento diretto del pubblico, spazio all’improvvisazione, rivisitazione del repertorio dell’attore stesso. Lavoro dunque di “straniamento”, giusto lungo l’asse Brecht-Strehler, visto che in scena ci saranno tanto la maschera quanto l’attore senza maschera, fino alle persone in carne e ossa. Lo spettacolo dunque sarà una specie di montaggio di monologhi, canzoni, episodi personali, ricordi, sogni, aneddoti e riflessioni, sempre con un occhio ben puntato sulla contemporaneità del nostro Paese. Un Arlecchino del terzo millennio, insomma, lunare, infernale: Rossi e compagni infatti accompagneranno il pubblico lungo un viaggio che non si sa a dove porti, proprio come i vecchi carri della Commedia dell’Arte. Un viaggio, che è anche riflessione sul lavoro del teatrante, e sui tempi, i nostri, nel quale questo mestiere rimane sempre e comunque affascinante, perennemente in bilico tra illusione e realtà.

La pièce di Paolo Rossi dedicata ad Arlecchino è una sorta di “work in progress“, ogni volta diversa a seconda della cooperazione del pubblico in sala.

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