Dai Magi a Marco Polo con Moretti e Manca

Una serata di leggenda, magia e fede. Delli tre magi, il nuovo libro di Maria Moretti con xilografie di Pier Manca, è stato presentato alla serata “Lunedìarte” del Convivio De Lemene, lunedì sera, giusto in tempo per l’Epifania.

Un lavoro editoriale concretizzato in un piccolo libro che è di per sé un pezzo d’arte, realizzato in cinquantadue copie numerate andate a ruba, tanto che si prevede una ristampa.

La vicenda dei re magi, che compare solo in una pagina del vangelo di Matteo, ha stimolato la fantasia di innumerevoli artisti in venti secoli di storia, come ha spiegato la professoressa Maria Emilia Moro, che ha presentato la serata con Loredana De Lorenzi.

«Un fiorire di leggende ha accompagnato queste raffigurazioni: il viaggio dei magi non si è ancora concluso» ha detto De Lorenzi. Il libro, infatti, riprende una di queste leggende: il lavoro di analisi storica di Maria Moretti parte dal Milione di Marco Polo.

«Un’opera stupenda, in cui viene raccontata, tra le mille meraviglie, anche la storia dei magi». L’autore medievale narra la storia della città di Saba, dove ha trovato il fuoco sacro: una fiamma che non si estingue mai, e che nacque quando i magi buttarono in un pozzo il sasso donato loro da Gesù.

«Non si trattava di un semplice regalo di un bambino - ha detto l’autrice -: essi compresero subito l’errore fatto: dal cielo cadde questo fuoco che, leggenda vuole, bruciava ancora al tempo di Marco Polo a simboleggiare la fermezza nella fede».

La xilografia conclusiva di Pier Manca rappresenta proprio questo fuoco. «Ho pensato di usare la xilografia per le cinque tavole contenute nel libro - ha spiegato Manca -, riprendendo la tecnica utilizzata per decorare i vestiti nell’antico Catai narrato da Marco Polo». All’interno del libro, quindi, le opere di Manca hanno un ruolo di primaria importanza. L’artista ha ricostruito il viaggio di Marco Polo e quello dei magi, fondendoli in pagine di una bellezza affascinante.

Il libro è stato realizzato grazie al supporto materiale del Museo della stampa di Lodi, che ha contribuito a dare alla luce un’opera che, simbolicamente, inaugura il lavoro che il Convivio De Lemene porterà avanti il prossimo anno.

«Vi ringrazio - ha commentato anche il vicesindaco Giuliana Cominetti, che ha partecipato alla presentazione - voi contribuite a portare avanti tradizioni spesso soppiantate da rappresentazioni commerciali come la befana».

Il ruolo dell’arte, quindi, è anche quello di valorizzare le proprie radici, e il convivio De Lemene, in questo caso, ci ha permesso di riscoprire una parte preziosa del nostro passato.

Federico Gaudenzi

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