Cultura, anima e impegno per il “make up” perfetto: ecco “il trucco” di Stefania

La firma della “look maker” Berlendis, codognese doc, sulle produzioni Rai di inizio d’anno

Sul Concerto di Capodanno del Teatro La Fenice di Venezia e sulla quarta edizione del programma “Danza con me” di Roberto Bolle - due programmi di punta di Rai1 in apertura di nuovo anno - splendevano il “trucco e parrucco” della “look maker” Stefania Berlendis. Codognese doc (classe 1974) collaboratrice di Rai Cultura, struttura che sovrintende tutte le produzioni di teatro e musica, fortemente ricercata come “Personal”, forte di una lunga e variegata esperienza tra teatro, moda e televisione, Stefania è ormai un “nome” che conta nel suo settore, tanto che è diventato normale vederla citata nei titoli di coda delle produzioni più importanti. «È stata una soddisfazione tornare a Venezia dopo il concerto 2018 nel ruolo di supervisore: nei concerti ti relazioni direttamente con la cantante, per capire quale possa essere l’immagine in cui meglio si ritrova, in linea con gli abiti e i pezzi di opera che interpreta. È fondamentale rispettare la volontà dell’artista perché si senta a proprio agio».

Attività tutta di corsa condivisa con il trucco per “Danza con me”. «In questo caso ero impegnata con il trucco di Virna Toppi, prima ballerina della Scala, che danzava con Roberto Bolle la sigla cantata da Vasco Rossi. Un’esperienza incredibile, Bolle è un super professionista molto esigente, alla costante ricerca della perfezione. A fine esibizione che noi abbiamo seguito dal vivo l’emozione era grandissima».

Il “trucco e parrucco” per Stefania Berlendis è una vera e propria mission. «La cultura è indispensabile per nutrire l’anima, un’immagine bella, data dalla sua armonia, appaga la vista e ben predispone: questo è il senso della bellezza, il trucco, il parrucco e gli abiti sono un mezzo, non il fine. Indubbiamente importanti per chi lavora anche con l’immagine ma la differenza la fanno sempre l’impegno, la dedizione, la mentalità con cui si affronta il lavoro ma soprattutto la vita».

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