Coppi, un uomo solo... sul palco: il mito di Coppi rivive in scena

A Codogno l’anteprima dello spettacolo di Sabina Negri con Nino Formicola

Non poteva mancare la famosa tappa Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia del 1949, vinta con circa 12 minuti di vantaggio su Bartali e suggellata dall’epica frase del radiocronista Mario Ferretti: “Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi”. Ma chi sapeva (o ricordava più) che il cuore di Coppi batteva a 44 pulsazioni a riposo, 65 in corsa? O che 59 e 60 erano i centimetri di altezza e larghezza del telaio della sua bicicletta, che lo faceva volare nelle salite durissime di montagna, il pensiero del “Campionissimo” legato a un solo mantra: “Se la strada è in salita, è perché sei destinato ad arrivare in alto”?

Ricchezza di contenuti, emotività dei sentimenti: non era facile restituire in un’ora e poco più di recitazione l’intensa vita sportiva ed umana di un mito come Fausto Coppi ma il testo drammaturgico “Angelo Fausto Coppi. L’eroe nato contadino” ci è riuscito egregiamente e venerdì sera – nella Loggia della Mercanzia di Codogno affollata di spettatori – sono stati in tanti a sottolinearne i meriti.

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