Colaprico e le notti di Arcore

Lei, Ruby “Rubacuori”, è una ragazzina sfrontata e furba. Lui, Silvio Berlusconi, un uomo politico troppo potente che non si contiene più. L’altra, Ilda Boccassini, un magistrato integerrimo che ha messo paura a Cosa nostra e ’ndrangheta. Questi i tre personaggi attraverso i quali si dipana la trama de Le cene eleganti (Felitrinelli, 2011), l’ultima opera di Piero Colaprico, noto cronista di nera di «Repubblica» che questa sera (ore 21) sarà ospite presso la sala Rivolta del Teatro alle Vigne per il quinto appuntamento di “Conversazioni d’autore”, la rassegna promossa dal Comune di Lodi in collaborazione con la Libreria Sommaruga e il sostegno della Banca Popolare di Lodi.

Sfondo del libro, una “non fiction novel”, sono le famigerate serate nella villa di Arcore, diventata al tempo stesso luogo di perdizione, tra ragazze disponibili che ballano per l’ex premier nel rito del «bunga-bunga», e “tempio” del potere all’italiana. Colaprico ha il merito di raccontare le pieghe oscure del caso più scottante degli ultimi anni, quello che vede il Presidente del Consiglio indagato per prostituzione minorile. Berlusconi e Ruby, visti come mai prima d’ora, diventano così gli attori di una storia vera che sembra inventata dalla sfrenata fantasia di un romanziere. Ma - quasi un paradosso - è proprio la cronaca a tenere banco nelle pagine del libro, un incedere stilistico che rende bene il passaggio alla consapevolezza che il racconto di Ruby è la punta di un iceberg gigantesco, sul quale di lì a poco farà naufragio l’immagine pubblica di Berlusconi. Ma ciò che il libro di Colaprico aggiunge al quadro, già brutalmente chiaro, di quel che è successo prima, durante e dopo le “cene eleganti” a Villa San Martino, è anche una testimonianza per dare il giusto rilievo al lavoro svolto dalla Polizia della Questura di Milano e dai magistrati inquirenti, che hanno messo il dito in una piaga dolorosa e privata: quella dell’adolescenza e dell’infanzia difficile di una ragazza che ha dovuto imparare prestissimo e sulla sua pelle qual è l’unico modo per «campare la vita», per dirla con le sue parole.

Piero Colaprico è scrittore di gialli e inviato speciale di «Repubblica», per il quale segue numerose storie di criminalità e corruzione (è l’«inventore» del termine Tangentopoli) e ha svelato per primo, insieme all’editorialista Giuseppe D’Avanzo, il giallo della telefonata del premier in questura e le serate con il “bunga-bunga” ad Arcore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA