Clark

SIAMO SERIAL: una miniserie racconta il gangster più famoso di Svezia

Clark è la storia del gangster più famoso di Svezia, all’anagrafe Clark Olofsson. I suoi crimini hanno dato origine alla “sindrome di Stoccolma”, legata alla rapina avvenuta il 23 agosto 1973 alla Sveriges Kreditbanken di Stoccolma. In quell’occasione, Olofsson e un altro criminale presero in ostaggio quattro persone e le tennero prigioniere per circa sei giorni, lasciando la Svezia con il fiato sospeso. Dopo aver fatto irruzione, la polizia scoprì che gli ostaggi avevano fraternizzato con i loro carcerieri, provando empatia e persino gratitudine nei loro confronti, al punto che dopo l’arresto dei due rapinatori andarono a trovarli in carcere e s’informarono della loro salute. Gli agenti costatarono che i prigionieri temevano molto di più la polizia rispetto ai due banditi, i quali durante la rapina si dimostrarono gentili. Un fenomeno che venne studiato da un gruppo di psichiatri e che venne definito sindrome di Stoccolma, causata da situazioni in cui le vittime provano profondo stress e pericolo.

La storia di Clark Olofsson è raccontata in modo divertente e ironico, tra realtà e finzione. Chi è davvero Clark? Un incrocio tra Pippi Calzelunghe e Al Capone, uno sbruffone “drogato” di adrenalina, un playboy incallito e un criminale incurante delle conseguenze delle proprie azioni. A interpretarlo c’è il bravissimo Bill Skarsgard, che di recente ha dato il volto al malvagio clown Pennywise nei film tratti da It. La miniserie è ispirata all’autobiografia romanzata di Olofsson, in cui le vicende raccontate hanno dell’incredibile. Del resto, la madre lo chiamò Clark in onore di Clark Gable, il suo attore preferito, “predestinandolo” così a grandi cose. Il figlio ben presto si appassiona al crimine, alle donne e ai soldi, e alla “fama” che ne deriva, accumulando condanne su condanne e finendo più volte in carcere.

Jonas Åkerlund, dietro alla cinepresa, mette in scena in modo fantasioso la storia di Clark, dando anche alla miniserie un tocco “da videoclip”. Il regista, un batterista che vanta numerose collaborazioni con artisti di successo della scena punk e metal (Iggy Pop, Metallica, Ozzy), ha diretto infatti diversi videoclip per star del calibro di Madonna e Lady Gaga.

La trama non è raccontata in modo lineare e presenta numerosi salti temporali. In particolare, i flashback relativi alla difficile infanzia di Clark, contraddistinta da violenti litigi tra la madre e il padre alcolizzato, sono in bianco e nero. La regia è sempre piuttosto originale, combina infatti stili diversi (animazione, surrealismo e, appunto, bianco e nero) per accentuare la stravaganza del personaggio, il suo smisurato egocentrismo e il caos degli event

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