«Che emozione cantare Faber con Dori Ghezzi in prima fila»

Un concerto indimenticabile quello di sabato a Curno per il lodigiano Claudio Zanini voce degli Ottocento e della Banda Rebelde

Centinaia di concerti passati a “diffondere il verbo” di Fabrizio De André. Ma quello di sabato rimarrà indelebile nello scrigno della memoria di Claudio Zanini, il musicista lodigiano scelto lo scorso anno come voce degli Ottocento, storica formazione che da due decenni porta in giro per l’Italia le canzoni del grande cantautore genovese. In prima fila, nel nuovo auditorium di Curno (Bergamo) intitolato proprio a De André, accanto alle autorità locali, c’era infatti Dori Ghezzi, a lungo compagna e moglie di Faber. «Dopo il concerto le ho chiesto subito un abbraccio – racconta Zanini, conosciuto nel Lodigiano soprattutto come cantante e chitarrista della Piccola Banda Rebelde e che in curriculum vanta anche un’esperienza con i Faber per sempre di Pier Michelatti -. Dori è la testimone vivente di De André, con lui ha condiviso gran parte della sua carriera e delle sue creazioni. È stato un momento emozionante, per me era la prima volta su un palco davanti a lei: l’ho detto anche nel discorso iniziale». Da anni Dori Ghezzi si occupa della tutela e dell’amministrazione del patrimonio artistico del marito attraverso la Fondazione Fabrizio De André. Prima del concerto ha voluto ringraziare gli artisti motivando la sua presenza per la stima nei confronti degli Ottocento, una delle “band tributo” più longeve e importanti nel panorama nazionale. «Gli altri musicisti l’avevano già conosciuta nel 2004, io sono entrato da poco nel gruppo e ovviamente ero il più emozionato di tutti. Ho scambiato due chiacchiere, mi ha fatto i complimenti. È una persona molto gentile, umile, posata e con gli artisti ha un rapporto molto amichevole». Durante il concerto, seguito anche dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori, Zanini e soci hanno proposto 24 brani di De André: non solo gli “evergreen”, ma anche canzoni meno notte tratte da perle come “Creuza de ma”, “Rimini”, “Anime salve”. «Finora ho suonato solo due volte dal vivo con gli Ottocento, più un concerto in streaming. La pandemia ci ha costretti a cancellare diverse date già in programma, speriamo che adesso sia apra uno spiraglio per l’estate». Le canzoni di Faber hanno però continuato ad accompagnare Zanini anche nei lunghi mesi del lockdown: «De André si è rivelato un’àncora a cui aggrapparmi per sentirmi meno solo. L’ho suonato, cantato e ascoltato in tutti questi mesi strani. Ogni volta mi sorprendo dell’attualità delle sue canzoni. Sabato, a Curno, abbiamo proposto anche “Sidun”, tratta da “Creuza de ma”, un disco di quasi quarant’anni fa: una canzone che mette i brividi pensando a cosa sta accadendo oggi in Medio Oriente e alle morti di troppi civili e bambini innocenti».

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