C’era una volta Cirio, la pummarola... alla lodigiana

C’è Casalpusterlengo e lo straordinario talento imprenditoriale della famiglia Signorini nel “dna” della Cirio, azienda tra le più importanti dell’industria agro-alimentare d’Italia. Ed è un “libro-verità” a ricollocare nella giusta posizione i tasselli dell’eccezionale avventura imprenditoriale del colosso industriale Cirio che mai - altrimenti - si penserebbe collegato al Lodigiano. Vuoi solo per il prodotto simbolo (il pomodoro) o per la sua sede d’azienda (Napoli). E invece a fondare il 27 gennaio del 1900 la “Società Generale delle Conserve Alimentari Cirio” fu Pietro Signorini, che ebbe i natali proprio a Casalpusterlengo. E ad un secolo dalla sua morte (a Napoli il 16 dicembre 1916), il libro Come natura crea. Cirio, una storia italiana edito da Mondadori è proprio un omaggio all’innovativo progetto industriale di questo dinamico imprenditore di Casale, avviato dopo lunghi anni di affari e amicizia con Francesco Cirio, a sua volta commerciante e imprenditore pionieristico della seconda metà dell’Ottocento. Francesco Cirio morì il 9 gennaio 1900, pochi giorni prima che la “Società Generale” si costituisse. Pietro Signorini, con gli altri soci, non ebbe alcun dubbio: riconobbe l’immenso patrimonio di intuizioni, legami e conoscenze lasciategli in eredità proprio dall’amico Cirio e dedicò al suo nome ciò che diventerà leggenda. La Cirio, appunto.

Sabato pomeriggio, presso la biblioteca “Carlo Cattaneo” di Casalpusterlengo, sono stati Peter e Alberto Signorini – rispettivamente autore e curatore del libro – a rimarcare la riconoscenza verso Francesco Cirio ma anche il dato oggettivo di verità: «Questo libro, realizzato raccogliendo tantissimi documenti storici, è nato per raccontare la vera storia della Cirio, che è nata da Pietro Signorini e dal gruppo di persone che lo hanno appoggiato». E che ne hanno proseguito il sogno imprenditoriale: come il fratello Paolo Signorini – pure nato a Casale – che alla morte prematura di Pietro prese in mano la Cirio per trasformarla nel colosso dell’industria conserviera in Europa. In tal senso, sabato non hanno stupito le parole dei due autori: «Casalpusterlengo per noi è un luogo simbolo, che porteremo sempre nel cuore». La presentazione del libro ha richiamato a Casale una platea affollata di persone. Gli interventi del direttore de “Il Cittadino” Ferruccio Pallavera e dello storico casalino Giacomo Bassi hanno focalizzato l’attenzione sui tanti talenti del Lodigiano dell’epoca, fatti di imprenditori dinamici (tra questi i Polenghi di San Fiorano, gli Zazzera e i Cattaneo di Codogno) e di economia vitale (che nella innovativa tradizione agricola lodigiana aveva la sua punta di diamante). Il presidente dell’Associazione Industriali del Lodigiano, Francesco Monteverdi ha parlato di Pietro e Paolo Signorini come «degli innovatori da cui si deve solo imparare». Al sindaco Gianfranco Concordati la chiusura dell’incontro: «Un libro che trasuda speranza. E che ci dice quali grande imprese si possano fare con le armi dell’intelligenza, del dinamismo e della fede nel lavoro».

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