Capodanno con Franco Rossi a Lodi: «È già tutto esaurito da oltre una settimana, ci piacerebbe replicare»

Il comico lodigiano sarà protagonista con “Bigno” Bignami sabato sera alle Vigne

È il “papà”, il mentore, la stella polare dei giovani comici lodigiani. Con l’amico Bigno Bignami forma una sorta di coppia di fatto: il loro “matrimonio” artistico dura da oltre trent’anni. Franco Rossi, fresco di compleanno festeggiato due giorni fa (auguri!), si racconta al “Cittadino” in vista del suo prossimo spettacolo, “Il 31 mi va stretto”, lo show della sera di San Silvestro in programma al Teatro alle Vigne. Con lui, sul palco, l’inseparabile “Bigno”, mentre la compagna di vita Viviana Porro guiderà i due attori dietro le quinte.

Franco, perché il 31 vi va stretto?

«Perché ci sarebbe piaciuto replicare la serata anche a inizio gennaio: lo spettacolo di Capodanno è già tutto esaurito da oltre una settimana, sarebbe stato bello regalare la possibilità di vederlo anche ad altri Lodigiani. Siamo molto gasati per questo ritorno sul palco di casa nostra: abbiamo lavorato e provato parecchio, ci siamo divertiti un sacco. Stiamo ritrovando l’energia del periodo pre-Covid: si comincia a vedere la luce».

Cosa porterete in scena?

«È uno spettacolo completamente nuovo, anche se il tema centrale sarà sempre la “lodigianità”, sviscerato attraverso il nostro stile. Presenteremo un varietà creato appositamente per l’occasione, tra “maschere”, sketch e tanta musica. Non vorrei spoilerare troppo: posso solo dure che con l’aiuto di alcune fotografie, torneremo indietro di trent’anni. E che proporremo una versione molto particolare di “Canzone intelligente” di Cochi e Renato».

Tu e “Bigno” siete ormai una coppia di fatto. Come si resiste a un sodalizio così lungo?

«Quando di base c’è un’amicizia, tutto il resto viene da sé. Ora che non siamo più ragazzini, abbiamo meno tempo per frequentarci: il lavoro diventa così anche una scusa per vederci. Da quanto ci conosciamo? C’è una battuta dello spettacolo che dice “L’era apena ‘ndai sü Papa Wojtyła”, ma la nostra amicizia è ancora più antica. All’inizio il nostro rapporto sul palco era basato puramente sulla goliardia, poi, con il passare degli anni, è diventato sempre più professionale. Durante le prove ho visto il “Bigno” sganasciarsi dalle risate come non succedeva da tempo: è il segno che insieme ci divertiamo ancora tanto. A questo giro si è aggiunta Viviana Porro, una presenza indispensabile dietro le quinte per fare funzionare tutta la macchina. Per me è davvero come lavorare in famiglia. Ci teniamo a ringraziare tutti i Lodigiani che in pochi giorni hanno polverizzato i biglietti».

È il segno che il pubblico vi ama… Così come vi amano i giovani comici lodigiani, penso a Paolino Boffi e Filippo Caccamo che vi considerano dei maestri.

«È un grande piacere e un grande onore. Li conosco e so che sono sinceri. Abbiamo anche lavorato insieme, appena c’è la possibilità non mi tiro indietro. Loro sono di un’altra generazione, ovviamente hanno un modo diverso di stare sul palco, un altro stile, come è giusto che sia. Io e “Bigno” siamo contenti del loro successo: non c’è alcuna invidia tra noi. Anzi, ci lega un rapporto di grande amicizia».

Quali sono i tuoi progetti per il 2023?

«Vorrei che fosse un anno molto creativo. Ho tante idee già pronte, sia musicali sia cabarettistiche. È tornata l’energia dei bei tempi. Ho parlato con diversi colleghi: con il Covid si era perso il ritmo del palco. Ma adesso il ritmo è tornato».

Ti rivedremo in televisione?

«Al momento non lo so ancora. Sarebbe bello, mi piacerebbe molto. Vedremo».

Ti manca la tv o preferisci il teatro?

«Mille volte il teatro. Sono due cose molto diverse: in teatro c’è uno scambio di energia incredibile con il pubblico; in tv è tutto più tecnico e meno emozionane, c’è davvero poco tempo per creare un contatto con chi ti guarda».

Hai dei rimpianti nella tua carriera? Qualche treno perso?

«No, sono contento di quello che ho fatto e di quello che arriverà. Mi sono tolto molte soddisfazioni. Adesso mi sto godendo il nuovo spettacolo, mi godo le prove, il lavoro quotidiano. Portare uno show sul palco è solo la punta dell’iceberg di un lungo processo. Ho la fortuna di lavorare con il mio amico “Bigno” e con la mia compagna, cosa voglio di più?»

Come nascono gli sketch comici di Franco Rossi?

«Mi piace muovermi lungo più direzioni. Da ragazzino impazzivo per Cochi, Renato e Jannacci, gli inventori del cosiddetto stile “demenziale”. Loro sono stati la mia prima fonte di ispirazione, poi i vari personaggi, le “maschere”, le situazioni saltano fuori osservando la realtà di tutti i giorni. Mischio quotidianità e demenzialità».

Che rapporto hai con i social? Oggi tanti comici partono dal web.

«Non sono esattamente il mio mondo, non passo tutto il giorno davanti a un telefono. Ma non sono contro il cambiamento, anzi. Lo stile di comunicazione si evolve. Non sono un passatista, evito sempre di dire che “un tempo si stava meglio”. Ognuno è figlio della sua epoca».

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