Cala il sipario su Lodi città in danza

Vivaci coreografie, sabato, sulla ribalta allestita nel cuore del capoluogo con il folk dei Terra del Sole; ieri diversi show anche nelle sedi delle scuole aderenti

Cala il sipario sulla prima edizione di Lodi città in danza 2013, il festival promosso da Uisp e Lega danza nazionale che per due weekend consecutivi ha trasformato Lodi in un grande palcoscenico per centinaia di ballerini e ballerine provenienti da tutto il Nord Italia. Dopo l’auditorium Bpl, teatro della Rassegna nazionale della settimana scorsa, sabato è toccato al Broletto fare da cornice alla giornata organizzata dall’accademia Gerundia, una delle scuole lodigiane che ha aderito alla programmazione del festival. Dalla tarda mattinata fino all’ora dell’aperitivo, sulla pedana allestita sotto i portici della piazza si sono esibite le allieve e gli allievi dei corsi di danza attivi in accademia, dando vita a una «maratona in punta di scarpette» che ha catalizzato un pubblico numeroso, curioso di scoprire le tante discipline in cui si articola il mondo della danza. Qualcuno si è soffermato solo per un istante, altri sono rimasti più a lungo ad ammirare (e applaudire) le vivaci coreografie che si sono alternate sul palco; la massima concentrazione di pubblico si è raggiunta alle 20.30, con l’inizio del Laus Ethnic Show. Danza del ventre, tribal fusion, ats, flamenco, danze tibetane, dell’Africa, della Polinesia, dell’Italia delle tradizioni popolari: un giro del mondo a passo di danza che ha coinvolto moltissimi gruppi coreutici del territorio, rappresentati dalle splendide ballerine mescolate fra gli spettatori, vestite con abiti sgargianti, tipici del Paese da cui proveniva la danza che di lì a poco avrebbero ballato sul palco. Fra le performance meglio riuscite è da citare quella di Licia Anuata, docente di danza del ventre all’accademia Gerundia e promotrice di numerosi eventi legati al mondo della danza etnica, ma anche le quattro ballerine di Irosae Danza, un gruppo lodigiano specializzato in danze mediorientali, che sono riuscite a suscitare l’entusiasmo del pubblico con una performance vivace e sensuale, da moderne odalische. I tamburelli del gruppo di danze popolari italiane Terra del Sole hanno accompagnato il pubblico verso l’ultima parte della serata, ma il festival non si è concluso con la fine del Laus Ethnic Show. Domenica si è continuato a ballare nei vari stages organizzati dalla Gerundia nella sede di via Besana, così come si è fatto in via Solferino, presso un’altra scuola lodigiana coinvolta nel cartellone del festival: l’accademia Franchino Gaffurio. Davvero prestigiosi i docenti schierati dalla più antica scuola di danza della città, a cominciare da Maurizio Bellezza, maître de ballet al Teatro alla Scala: danzare con lui, per molte aspiranti etoile lodigiane, è stato il coronamento di un sogno.

Silvia Canevara

All'interno la galleria fotografica del festival che per due weekend ha trasformato Lodi in un grande palcoscenico per centinaia di ballerini e ballerine provenienti da tutto il Nord Italia

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