«Bentornati al Festival»:
l’Ariston ritrova pubblico

Amadeus commosso ha aperto l’edizione 2022 salutando il ritorno degli spettatori

Ormai il Festival di Sanremo si segue con il telefonino in mano: un occhio al televisore sintonizzato su Rai Uno, uno ai social che minuto dopo minuto si riempiono di commenti, battute (alcune geniali), analisi più o meno tecniche. Gianni Morandi che alla fine della sua esibizione urla “FantaSanremo!” in onore al nuovo gioco – nato sul web, naturalmente – che scimmiotta in chiave goliardica il fantacalcio, è l’esempio lampante di come tv e Rete siano diventate una l’appendice dell’altra. E di come il Festival si sia trasformato e adeguato ai tempi, combinando musica, intrattenimento e trash in un frullatore impazzito. La prima attesissima puntata della 72esima edizione ha regalato contenuti per un anno buono ai creatori di “meme”: Achille Lauro che si presenta sul palco a petto nudo, sdoganando in prima serata le sue provocazioni eccessive e sempre uguali (come la canzone: sembrava “Rolls Royce” in chiave gospel con le parole cambiate); Fiorello che in un quarto d’ora di show percula i no vax, chiede un coro per Mattarella, obbliga Amadeus a baciare sulla bocca (con mascherina Ffp2 dotata di labbra finte) il direttore di Rai Uno Stefano Coletta; i Maneskin che tornano all’Ariston dopo il trionfo mondiale mandando in visibilio spettatori in teatro e commentatori social. È un Festival sempre più giovane, o meglio, che strizza l’occhio ai giovani, categoria che in Italia va dai 20 ai 50 e passa anni: anche le quote “over” (Gianni Morandi, Massimo Ranieri) fanno parte del meccanismo, del gioco, come fu Orietta Berti lo scorso anno. Serve un pizzico di tradizione, un ancoraggio alle radici, alla storia, per rendere più credibile il carrozzone e per “instradarlo” sempre più verso l’era tecnologica.

Difficile giudicare le canzoni al primo ascolto. Di sicuro pubblico e stampa quest’anno possono ringraziare per la velocità di uscita dei primi 12 cantanti sul palco: entro le 23 si erano esibiti quasi tutti, un piccolo “miracolo” dopo le lungaggini esasperanti delle scorse edizioni. Meno sketch inutili, più musica e super ospiti: una formula che snellisce il programma, lo rende più pimpante e godibile. Amadeus ha recepito le critiche con una partenza a spron battuto: un saluto al pubblico tornato in sala dopo gli spazi vuoti del 2021, un velo di commozione, e poi via alla gara, condotta insieme a Ornella Muti, la prima delle cinque co-conduttrici della settimana. L’esordio con la “scheggia impazzita” Achille Lauro, in scena con l’Harlem Gospel Choir, lascia poi spazio a interpretazioni più classiche e un poco insipide (Yuman, Noemi), prima degli applausi a scena aperta per Gianni Morandi, l’eterno ragazzo della canzone in gara con un brano arioso firmato da Jovanotti, “Apri tutte le porte”. Via via arrivano La rappresentante di lista con una canzone che potrebbe “spaccare” in radio, Michele Bravi con i suoi sussurri cantautoriali, un altro “evergreen” che non delude mai come Massimo Ranieri, i favoritissimi Mahmood e Blanco. Nel mezzo l’incursione dei Maneskin e il loro rock e la loro energia che hanno stregato anche i Rolling Stones: l’Ariston, lo scorso anno, fu il loro trampolino di lancio, ora si attendono gli eredi.

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